 |
Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People People on the Move N° 111, December 2009 Cardinale Odilo Pedro Scherer Arcivescovo di São Paulo, Brasile Introduzione Negli ultimi decenni il continente latino-americano si è andato progressivamente urbanizzando. Mentre il fenomeno delle migrazioni ha prodotto un continuo spostamento della popolazione dalla zona rurale alla città, anche le zone rurali, a loro volta, vanno assumendo caratteristiche urbane. Dalla metà del XX secolo, questa nuova realtà ha posto la Chiesa latino-americana davanti a nuove sfide, soprattutto in Paesi come il Brasile. Allinizio del XXI secolo, la forte influenza esercitata dalleconomia e dalla cultura globalizzata sulle famiglie dei migranti e sulle nuove generazioni, ha reso queste sfide sempre più complesse. Lo spazio urbano diviene la nuova frontiera per il dialogo tra culture e fede che i migranti portano con loro, per lacculturamento e per la ricerca di nuove modalità di fare pastorale. Il fenomeno delle migrazioni interne e dellurbanizzazione Negli ultimi decenni in America Latina il fenomeno delle migrazioni dalla zona rurale alla città, che colpisce anche i paesi più poveri della regione, ha determinato un ampio allargamento delle sue città. Accanto al fenomeno dellemigrazione verso lestero, specie verso gli Stati Uniti, lEuropa e il Giappone, lurbanizzazione è stata la conseguenza più evidente della mobilità umana nel Continente. La tabella che segue mostra come questa tendenza persista, sebbene sia più intensa nei paesi meno urbanizzati:
Paese e Censimento |
Domicilio attuale |
Domicilio 5 anni precedente al censimento |
Non migrante |
Urbano |
Rurale |
Brasile, 2000 |
Urbano |
111027460 |
10775021 |
3244288 |
Rurale |
24965713 |
2168599 |
1161891 |
Nicaragua, 2005 |
Urbano |
2109103 |
67567 |
338008 |
Rurale |
1744706 |
119443 |
64210 |
Panama, 2000 |
Urbano |
1297825 |
152089 |
74836 |
Rurale |
832551 |
40798 |
29741 |
Paraguai, 2002 |
Urbano |
2175943 |
248014 |
31361 |
Rurale |
1734786 |
91592 |
53867 |
N.B. Le informazioni usate per formulare lo schema sono quelle della tabella 6- America Latina: indici di migrazione interna degli agglomerati metropolitani principali nei paesi selezionati (CEPAL Panorama Sociale dellAmerica Latina 2007- Cap. IV, p. 23). I nati in questi 5 anni o coloro che hanno la residenza allestero, non sono stati quantificati. La tabella risente anche dei limiti dovuti alla metodologia adottata da ogni paese, la quale, in alcuni casi, come per il Paraguai, può distorcere la realtà, dal momento che quella che potrebbe sembrare una migrazione di massa dalla città alla zona rurale, in verità è piuttosto unespansione dellarea urbana verso le sue periferie non ancora urbanizzate. Pertanto i dati su riportati devono essere usati con cautela. Benché già più dell80% della popolazione brasiliana viva nelle città, dopo 50 anni di intensa migrazione dalla zona rurale alla città, questa forte tendenza migratoria ancora continua: di fatto, più del 10 % della sua popolazione urbana è infatti formata da migranti di recente data. Anche in Paesi per lo più di origine rurale, come Nicaragua, Panama e Paraguai, già più del 60 % dei loro abitanti vive in zone urbanizzate. Si tratta di una tendenza che sembra consolidarsi con il passar del tempo. In Nicaragua, ad esempio, la maggior parte dei recenti immigrati urbani provengono dalle campagne. Nel frattempo, nella misura in cui il quadro urbano si consolida, sembrano nascere altre tendenze, quali:
- La migrazione tra città, o allinterno delle proprie aree metropolitane, con spostamento verso le periferie delle grandi città;
- La diversificazione etnica e culturale della popolazione urbana; di fatto sono sempre più i membri delle popolazioni di origine indigena che si stabiliscono nelle grandi città.
La tabella che segue calcola la percentuale di liquidità dei flussi migratori in alcuni dei principali agglomerati urbani del continente, distinguendo le migrazioni di breve distanza, generalmente vicine o interne alla propria regione metropolitana, da quelle di lunga distanza o interregionali:
Paese e anno |
Agglomerato Metropolitano |
Flussi migratori |
Migrazione liquida |
Migr. Liq. distante |
Migr. Liq. Vicina |
Bolivia 2001 |
La Paz |
-40802 |
-28032 |
-12770 |
El Alto |
46036 |
6165 |
39871 |
Santa Cruz |
45811 |
44039 |
1772 |
Cile 2002 |
Santiago |
-49717 |
-17825 |
-31892 |
Valparaíso |
9158 |
7773 |
1385 |
Paraguai 2002 |
Asunción |
11452 |
10266 |
1186 |
Ciudad del Est |
-2169 |
-319 |
-1850 |
Equador 2001 |
Quito |
23203 |
52952 |
-29749 |
Guayaquil |
44136 |
32496 |
11640 |
Messico 2000 |
C. de México |
-70926 |
-89748 |
18822 |
Guadalajara |
-14678 |
-6376 |
-8302 |
Monterrey |
42621 |
42771 |
-150 |
Guatemala 2002 |
C. Guatemala |
11155 |
42642 |
-31487 |
N.B. Schema formulato a partire dalle informazioni della tabella 9 - America Latina: indici della migrazione interna dei principali agglomerati metropolitani, in paesi selezionati (CEPAL- Panorama Sociale dellAmerica Latina 2007- Cap. IV, p. 27 e 29). Il termine migrazione liquida, sta ad indicare la differenza tra il totale delle entrate e delle uscite nel periodo a cui si riferisce il censimento. Per migrazione distante si intende quella interregionale e per migrazione vicina quella che avviene tra città vicine. Le disparità evidenti nella tabella mostrano come, attualmente, allinterno del Continente e, a volte, allinterno dello stesso Paese, abbiano luogo processi complessi e differenziati. In questo senso, il caso della Bolivia è esemplare di queste diverse tendenze che avvengono contemporaneamente. Assieme ad una forte migrazione dalla zona rurale alle zone urbane, si fa largo anche una migrazione tra città con forti connotati etnici, trattandosi di una popolazione indigena diversificata. È a causa dellarrivo di un consistente flusso migratorio, in prevalenza di origine indigena, proveniente sia dal resto del paese, sia dalla stessa La Paz, che la città di El Alto, in Bolivia, considerata periferica rispetto alla capitale La paz, è diventata una delle più grandi del Paese. La Paz, a sua volta, vive un movimento opposto, a causa di alti tassi di fuga della popolazione, soprattutto di quella di origine indigena. La tabella mostra anche che esistono grandi differenze tra le principali città del paese, indicando situazioni migratorie distinte e processi sociali, culturali ed economici più complessi di quanto mostrano i numeri. Rurale Sebbene le cause della migrazione non siano di tipo etnico, ma sociale ed economico, la popolazione urbana tende ad acquisire caratteri indigeni in quei paesi la cui popolazione possiede questa caratteristica come predominante, come è anche il caso del Messico, Ecuador, Paraguai, Guatemala e altri. Evidentemente, unarea urbana più instabile e culturalmente varia, richiede risposte idonee che soddisfino le specifiche necessità che nascono in quel contesto. Unaltra visibile tendenza che caratterizza gli agglomerati urbani del Continente, è il flusso migratorio intra-metropolitano, ossia tra i comuni vicini allarea metropolitana, o verso le località che si trovano nelle periferie delle principali città della stessa area. Questa tendenza è ad esempio tipica di città come La Paz, Quito, Santiago, Città del Messico e Città del Guatemala. Questo fenomeno, conosciuto come periferizzazione delle grandi metropoli (VIGNOLI, 2007), è ben percettibile a Santiago, in Cile. Mentre la zona centrale ha percentuali di liquidità negative di migrazione (come Recoleta, Santiago etc), mostrando che ci sono aree stabili, le zone periferiche hanno percentuali positive (come Quilicura, Maipù, La Barnechea etc), il che indica come in quellarea la città si espanda, ricevendo popolazione, in un contesto urbano generalmente con pochi servizi. Questo fenomeno di espansione dellarea metropolitana è dovuto a una saturazione dei centri urbani, che comporta effetti di diseconomia (alto prezzo del suolo urbano, difficoltà del trasporto, alto costo della vita etc). Questo fenomeno è diffuso anche nelle grandi città brasiliane, principalmente nelle regioni metropolitane. In tutti i casi si percepisce in Brasile, e nellinsieme dellAmerica Latina, un processo di urbanizzazione dilagante ma dai contorni complessi e diversificati. Migrazione e urbanizzazione in Brasile: il caso di San Paolo Il Brasile, come il resto dellAmerica Latina, sta attraversando un ampio processo di urbanizzazione, iniziato fin dalla metà del XX secolo. Qui di seguito presentiamo i dati dei censimenti delle ultime quattro decadi, che mostrano tale crescita urbana. Si vede come gli agglomerati delle grandi regioni metropolitane, che raccolgono circa 1/3 della popolazione globale del paese, abbiano un peso straordinario nella composizione della popolazione brasiliana. Le migrazioni interne hanno avuto un ruolo fondamentale nel dare questo profilo alla popolazione brasiliana.
|
AGGLOMERATI METROPOLITANI |
1970/2000 |
AGGLOMERATI |
POPOLAZIONE TOTALE |
METROPOLITANI |
1970 |
1980 |
1991 |
2000 |
Belém |
669.768 |
1.021.486 |
1.401.305 |
1.794.981 |
Fortaleza |
1.070.114 |
1.627.042 |
2.339.538 |
2.901.040 |
Recife |
1.755.083 |
2.347.005 |
2.874.555 |
3.272.322 |
Salvador |
1.135.818 |
1.752.839 |
2.474.385 |
2.988.610 |
Belo Horizonte |
1.619.792 |
2.570.281 |
3.385.386 |
4.161.028 |
Rio de Janeiro |
6.879.183 |
8.758.420 |
9.796.649 |
10.847.106 |
San Paulo |
8.113.873 |
12.552.203 |
15.395.780 |
17.768.135 |
Campinas |
644.490 |
1.221.104 |
1.778.821 |
2.215.027 |
Curitiba |
809.305 |
1.427.782 |
1.984.349 |
2.634.410 |
Porto Alegre |
1.590.798 |
2.307.586 |
3.029.073 |
3.495.119 |
Goiânia |
424.588 |
807.626 |
1.204.565 |
1.606.955 |
Brasília |
625.916 |
1.357.171 |
1.980.432 |
2.746.747 |
TOTALE AGGLOMERATO |
25.338.728 |
37.750.545 |
47.644.838 |
56.431.480 |
POP. BRASILE |
93.134.846 |
119.002.706 |
146.825.475 |
169.544.443 |
% AGGLOMERATI/BRASILE |
27,21 |
31,72 |
32,45 |
33,28 |
POP. URBANA |
52.097.271 |
80.436.409 |
110.990.990 |
137.697.439 |
% AGGLOMERATO/URBANO |
48,64 |
46,93 |
42,93 |
40,98 |
|
Fonte: Censimenti Demografici del 1970, 1980, 1991 e 2000. (apud BRITO; MARQUES, p.5). Le regioni metropolitane del Brasile stanno attraversando lo stesso processo che caratterizza lintera America Latina. Un forte movimento migratorio dalla zona rurale alla città è responsabile della urbanizzazione della popolazione brasiliana e della generale crescita delle città. Il risultato di questo movimento, che già dura da varie generazioni, è che più dell80% della popolazione globale del Brasile è oggi concentrata nelle città, e più del 40% di questa popolazione urbana è stanziata negli agglomerati metropolitani. Il contemporaneo sviluppo di queste aree, infatti, comporta anche un fenomeno di spostamento dal centro alla periferia, alle città circostanti e anche verso linterno degli Stati. Si tratta di un flusso urbano-urbano con varianti, quali la mobilità pendolare tra i quartieri dormitorio e i luoghi di lavoro e di servizi nei grandi centri. Le principali metropoli brasiliane sono interessate da questo fenomeno di fuga dai centri delle regioni metropolitane verso le loro periferie e linterno degli Stati. Così, in queste aree metropolitane, complessi problemi di trasporto, ma anche di abitazione, di servizi sanitari, di educazione e di risanamento strutturale etc. sono allordine del giorno. La tabella che segue riporta alcuni dati interessanti sul movimento migratorio nelle regioni metropolitane più rappresentative, sia nelle capitali che negli altri comuni metropolitani, e sullorigine dei migranti, nel periodo 1995/2000:
Reg. Reg. Metropolitana Resi residenza attuale |
Emigranti |
Emigranti |
Saldo Migratorio |
Altri Stati |
Interno Stato |
Totale Immigrati |
Altri Stati |
Interno Stato |
Totale Immigrati |
Altri Stati |
Interno Stato |
Totale Immigrati |
|
|
|
Salvador |
Capitale |
36868 |
82283 |
119151 |
55109 |
57547 |
112656 |
-18241 |
24736 |
6495 |
Altri |
12396 |
28440 |
40836 |
3556 |
4839 |
8395 |
8840 |
23601 |
32441 |
|
|
|
Belo Horizonte |
Capitale |
41839 |
83263 |
125102 |
43061 |
65773 |
108834 |
-1222 |
17490 |
16268 |
Altri |
38432 |
93086 |
131518 |
11066 |
20783 |
31849 |
27366 |
72303 |
99669 |
|
|
|
Rio de Janeiro |
Capitale |
167140 |
28047 |
195187 |
162066 |
59701 |
221767 |
5074 |
-31654 |
-26580 |
Altri |
89728 |
93086 |
182814 |
50455 |
36495 |
86950 |
39273 |
56591 |
95864 |
|
|
|
São Paulo |
Capitale |
409348 |
81183 |
490531 |
378796 |
320796 |
699592 |
30552 |
-239613 |
-209061 |
Altri |
306912 |
90950 |
397862 |
165629 |
147500 |
313129 |
141283 |
-56550 |
84733 |
|
|
|
Curitiba |
Capitale |
62403 |
79216 |
141619 |
52114 |
42890 |
95004 |
10289 |
36326 |
46615 |
Altri |
33841 |
64092 |
97933 |
9566 |
10300 |
19866 |
24275 |
53792 |
78067 |
Dati estratti da BRITO E MARQUES, 2005, p. 11 Si può vedere come i principali centri urbani, come San Paolo, Rio de Janeiro, Belo Horizonte e Salvador, nonostante ricevano ancora molti migranti, stiano perdendo popolazione. Anche se molti di questi migranti si spostano, infatti, verso altri Stati, la maggior parte di loro è responsabile dellespansione delle proprie regioni metropolitane, che avviene attraverso laumento delle sue periferie urbane. Levidente circolazione e migrazione tra diverse aree urbane ha già reso la rete di città una realtà palpabile nello scenario brasiliano. Questa popolazione migrante crea le sue reti tra varie località del Brasile e, allo stesso tempo, si stabilizza nei grandi centri, creando una varietà di gruppi, associazioni e manifestazioni culturali in questo spazio urbano. Come ciò accada può essere difficilmente espresso in numeri. Recentemente, un progetto legato al Comune di San Paolo e chiamato Mio Quartiere, Mia città, studiando loperato di varie personalità e gruppi popolari che hanno aiutato a costruire lo spazio di convivenza di queste località, è riuscito a cogliere la ricchezza della storia dei diversi quartieri della città, in cui il segno delle migrazioni interne è stato molto forte. Questo studio ha constatato lesistenza di una quantità di gruppi e associazioni di tipo culturale, di diritto alla cittadinanza, di animazione giovanile, oltre ad un grande numero di manifestazioni, che, a livello locale, esprimono un desiderio di partecipazione culturale, sociale, politica e religiosa. Molte di queste manifestazioni sono nate dalla creazione, per iniziativa dei vicini, di comunità cattoliche: le Comunità Ecclesiastiche di Base. Molti di questi gruppi e associazioni restano legati a queste comunità, o ne fanno parte, dando conferma di come la presenza e lo stanziarsi della Chiesa nello spazio urbano sia ancora un fatto importante. Queste comunità cercano le vie migliori attraverso cui inculturare il Vangelo tra i migranti, contribuendo in questo modo ad arricchire la vita religiosa e culturale di tutta la città. Risposte pastorali della Chiesa alle migrazioni e al processo di urbanizzazione Già alla fine degli anni 1960, la Chiesa di San Paolo, animata dal Concilio Vaticano II, da poco conclusosi, si è proposta come obiettivo, tra le molte iniziative innovatrici, quello di far si che le migrazioni interne si incaricassero del compito di evangelizzare. La città di San Paolo si espandeva in modo incontrollato verso le periferie. Ci fu, allora, la preoccupazione di costruire comunità cattoliche organizzate, in tutte le nuove aree della città, uno sforzo di acquistare terreni per la costruzione di chiese e la formazione di parrocchie. Molte comunità religiose sono state invitate ad inserirsi in queste nuove aree urbane, anche con collegi, opere sociali e strutture sanitarie. In quella circostanza, molti sacerdoti fidei donum furono invitati ad aiutare la Chiesa di San Paolo. Negli anni 70, lArcidiocesi di San Paolo ha aperto una nuova fase con il progetto Operazione Periferia, volto ad affrontare più concretamente il problema, prioritario, delle nuove aree urbane, per lo più costituitesi in modo irregolare, generalmente povere e carenti di strutture, di servizi pubblici e urbani. Sebbene il proposito della missione fosse quello di portare la Chiesa tra quelle popolazioni migranti, e sradicate dalle loro origini culturali ed ecclesiastiche, levangelizzazione e la vita ecclesiastica, veniva ad essere anche un modo per aiutarli ad organizzarsi socialmente. Di fronte alla priorità, posta dal grande numero di nuovi migranti che si installavano nel luogo, questo progetto faceva capo a due linee principali di azione:
- acquistare, con il contributo solidale di agenzie finanziatrici cattoliche, terreni in questi nuovi quartieri dove poter costruire spazi di riunione e celebrazione per le comunità.
- invitare le varie Congregazioni Religiose presenti nella città, soprattutto nel centro, a prendersi cura delle varie aree pastorali che si aprivano nella periferia, e dove si costruivano questi nuovi centri comunitari.
Si è cercato di creare le condizioni fisiche e materiali in cui agenti di pastorale, qualificati per la formazione di nuove comunità cattoliche, potessero incaricarsi di evangelizzare una città in espansione, soprattutto la sua popolazione più bisognosa e da poco arrivata. Le Comunità Ecclesiastiche di Base, col significativo contributo dei laici, sono state pertanto la forza innovatrice dellopera missionaria e di evangelizzazione della Chiesa, dandole un nuovo respiro e producendo un grande impatto sociale e politico. Infatti, queste comunità hanno dato modo alle categorie più povere della popolazione della città, per la maggior parte migrante, di esprimersi. In questi anni, per i gruppi etnici immigrati da altri paesi, molto numerosi a San Paolo, sono anche state costituite, varie parrocchie personali, tra le altre, per i giapponesi, cinesi, coreani, ucraini, lituani, tedeschi, italiani, francesi, latino-americani etc. Queste parrocchie di solito contano sullappoggio missionario delle Conferenze Episcopali dei paesi di origine di queste popolazioni. Tali parrocchie e strutture pastorali per i migranti e gli immigrati, mentre svolgono con zelo il loro compito pastorale nei confronti di questi gruppi, costituiscono per loro anche importanti punti di riferimento socio-culturali. È importante inoltre sottolineare che, nella stessa città di San Paolo, ha anche sede una Eparchia orientale di rito Maronita e unaltra di rito Greco-Melchita, entrambe rivolte soprattutto ai numerosissimi immigrati di origine siriana, libanese e palestinese. Cè ancora un Esarcato di rito Armeno, per gli immigrati di questo rito, anchessi numerosi. Oggi, a seguito delle nuove tendenze migratorie e della conseguente coesistenza nello spazio urbano di gruppi sociali di origine e profili culturalmente diversi, la missione di evangelizzazione nella città è diventata più complessa e difficile. Le lezioni dellOperazione Periferia offrono ancora alcune indicazioni utili, come limportanza per la Chiesa di mobilitarsi, attraverso parrocchie, centri comunitari, sedi di istituzioni ed enti, per caratterizzare lo spazio urbano con una presenza più mobile. Allo stesso tempo, resta valida e necessaria una maggiore disponibilità di suoi agenti pastorali nei vari e diversificati ambienti della città. Le comunità e le organizzazioni ecclesiastiche nelle aree urbane delle grandi metropoli sono importanti per suscitare un dialogo più effettivo della Chiesa con le varie espressioni di vita urbana, di cui i migranti costituiscono una parte essenziale, specie nelle comunità cristiane. Esse sono soprattutto unespressione dellimpegno missionario, il più importante assunto dalla Chiesa Latino-Americana nella Conferenza di Aparecida, e a cui è stato dato grande rilievo negli ultimi piani pastorali dellArcidiocesi di San Paolo. In particolar modo, il 10° Piano di Pastorale (2009-2012) chiarifica questo impegno, dando particolare importanza alla mobilità della Chiesa contestualmente agli spostamenti dei migranti che vivono nella città. Nel capoverso Servizio ai migranti e agli immigrati (p. 84-85), il 10° Piano Pastorale afferma, tra gli altri punti, che è importante creare mezzi e utilizzare spazi che facilitino lincontro del migrante e dellimmigrato con la Chiesa di San Paolo; promuovere la sua accoglienza, ponendo fine ai pregiudizi e alle discriminazioni sociali; (...) visitare le famiglie e prestare attenzione alle loro necessità; motivare migranti e immigrati cattolici a formare comunità locali, con la possibilità di usare gli spazi delle parrocchie e delle comunità; promuovere celebrazioni interculturali con immigrati di diverse origini; (...) dare spazio alla religiosità popolare e alle espressioni di devozione di vari gruppi etnici; fornire agenti per laccompagnamento di immigrati e migranti... Sono tutti orientamenti volti a promuovere lapertura di uno spazio ecclesiastico locale, finalizzato allinserimento culturale, sociale e religioso di tutti i migranti, nel riconoscimento dellimportanza di accoglierli nella pienezza dei loro diritti e della loro dignità umana. Queste dichiarazioni mostrano che laccoglienza dei migranti è per la Chiesa di San Paolo un vero obiettivo missionario a cui tutti i cattolici devono collaborare allinterno della città. Alcune iniziative già si stanno sviluppando:
- visite di vescovi delle diocesi di origine dei migranti che, quando passano per San Paolo, cercano di incontrare i migranti distanti dalla loro terra, per celebrare con loro e condividere momenti di convivenza e rafforzamento della fede;
- collaborazione tra le diocesi di origine e di destino dei migranti per il contatto con i migranti, attraverso le visite di vescovi e di altri agenti pastorali ma anche attraverso progetti assunti congiuntamente;
- feste, eventi e manifestazioni di gruppi che abbiano quale caratteristica principale lespressione della religiosità popolare dei migranti, rendendo così possibile ravvivare la loro fede nonostante la distanza fisica dai loro luoghi di origine;
- progetti e manifestazioni popolari, nati per iniziativa dei migranti attivi nelle comunità cristiane e nelle loro istituzioni, sono finalizzati ad inserire i giovani, di origine migrante, nella società e nella Chiesa;
- le case di accoglienza dei migranti che costituiscono un primo modo di riceverli e consentire loro una convivenza degna nello spazio della città, assieme a tutti i gruppi e progetti che rendano possibile generazione di guadagno e affermazione dei diritti dei migranti;
- per gli ispanoamericani, aumentati molto negli ultimi anni, è stato creato anche un servizio pastorale speciale, per andare loro incontro nelle aree di maggior concentrazione, al fine di inserirli nelle comunità cattoliche locali già esistenti.
Oltre a ciò, non si può dimenticare la grande varietà di organizzazioni pastorali e di comunità ecclesiali che sono molto attive grazie al contributo dei migranti e immigrati, o in cui vi è una loro significativa presenza, e che, nel corso della recente storia dellArcidiocesi di San Paolo, hanno aiutato a formare il volto di una Chiesa viva e in movimento. |