PAPA FRANCESCO
MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA
DOMUS SANCTAE MARTHAE
Dio ama ciascuno come un padre e come una madre
Giovedì, 22 marzo 2018
(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLVIII, n.067, 23/03/2018)
Dio ama ciascuno di noi «come un padre e come una madre»: per ricordarlo Papa Francesco ha suggerito l’immagine di quel delicato fiore chiamato proprio «non ti scordar di me» che in Argentina si regala alle mamme nel giorno della loro festa: «di colore azzurro soave se la mamma è viva e di colore viola se la mamma è defunta». Perché proprio «come una mamma» Dio, «fedele nella speranza», non si scorda mai di un suo figlio, ha affermato il Pontefice nella messa celebrata giovedì mattina, 22 marzo, a Santa Marta.
«Alle porte della settimana santa — ha fatto subito presente il Papa — la Chiesa ci fa riflettere sul Signore che non dimentica, sul nostro Dio fedele». E infatti «abbiamo ripetuto nel salmo (104): “Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza”». Il Signore, ha rilanciato il Pontefice, «mai dimentica, mai, perché Lui è fedele, non può non essere fedele: Lui è la fedeltà».
«Nella prima lettura — ha spiegato Francesco facendo riferimento al libro della Genesi (17, 3-9) — c’è il racconto del cambio di nome di Abramo, quando il Signore gli dice: “Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te”». Dunque, Dio non farà un’alleanza «con quelli, no: con te». Ecco, allora, che «il Signore fa un’alleanza con Abramo, un’alleanza che si allargherà, si allungherà; nella storia diventerà un popolo: un popolo che ne ha fatte tante».
Del resto «i peccati del popolo li conosciamo» ha affermato il Papa: «Tante volte, nel deserto, dopo la liberazione dall’Egitto, l’idolatria, le cose che ha fatto il popolo». Eppure «il Signore è fedele». E «questa è l’immagine che la Chiesa vuole per noi all’inizio della settimana santa: noi andremo in cammino col Signore fedele, che ci ha scelti, che mi ha scelto e non si dimentica di me, perché Lui ha quell’amore viscerale, che non fa dimenticarsi». Proprio «questa è la fedeltà di Dio».
«Nella mia terra — ha confidato Francesco — c’è un fiore piccolino che si regala alle mamme il giorno» della festa «della mamma e ha due colori: un azzurro soave per le mamme vive, e un viola per le mamme defunte». Sì, questo fiore «ha due colori e si chiama no me olvides — non ti scordar di me, non scordarti di me».
Proprio «questo è l’amore di Dio, come quello della mamma: Dio non si scorda di noi, mai, non può, è fedele alla sua alleanza». Certamente, ha aggiunto, «questo ci dà sicurezza» tanto che «di noi possiamo dire “ma, la mia vita è tanto brutta, sono in questa difficoltà, sono un peccatore, una peccatrice”». Però «Lui non si dimentica di te, perché ha questo amore viscerale ed è padre e madre: tutto lì». E «con questo amore noi entriamo nella settimana santa».
«E poi questa fedeltà di Dio ci porta alla gioia» ha spiegato il Pontefice, riproponendo il contenuto del passo evangelico di Giovanni (8, 51-59), proposto oggi dalla liturgia: è esattamente «quello che Gesù rispose ai giudei: “Abramo vide il mio giorno, esultò nella speranza”». Dunque «la nostra gioia è esultare nella speranza». Forse «perché io sono buono? No, perché Lui è fedele».
«Esultare nella speranza» ha insistito il Papa, perché «ognuno di noi sa che non è fedele, nessuno di noi è fedele, ma Lui sì». Ecco «la nostra speranza e la nostra gioia: la sua fedeltà che ci prende per mano e non ci lascia, non ti lascia». A questo proposito Francesco ha suggerito di pensare «al buon ladrone: il Dio fedele non può rinnegare se stesso, non può rinnegare noi, non può rinnegare il suo amore, non può rinnegare il suo popolo, non può rinnegare perché ci ama». E «questa è la fedeltà di Dio».
Proseguendo nella sua meditazione, il Pontefice ha spiegato anche l’atteggiamento giusto da tenere «quando noi ci accostiamo al sacramento della penitenza: per favore, non pensiamo che andiamo alla tintoria a togliere le sporcizie, no». Piuttosto noi «andiamo a ricevere l’abbraccio di amore di questo Dio fedele, che ci aspetta sempre. Sempre!». E «questo ci porta alla gioia, a esultare in speranza». Proprio «con questo sentimento noi dobbiamo incominciare la settimana santa: il sentimento di un Dio che non si scorda di noi, che è fedele nella speranza».
«C’è un’ultima cosa» ha affermato ancora il Papa: «Il Vangelo di oggi finisce con un versetto interessante, dice che questi dottori della legge “allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio”». Le pietre, dunque, «per lapidare i peccatori». Invece «la fedeltà a Dio mai lapida un peccatore».
«Le pietre per oscurare la verità della resurrezione, davanti al sepolcro, chiusa lì; le pietre per uccidere» ha rilanciato Francesco. «Ma se noi non riconosciamo la fedeltà di Dio, lo stesso Signore ci dice: “Grideranno queste pietre, saranno più forti di noi”».
«Io non vorrei aggiungere qualche cosa: è tanto chiaro questo» ha concluso il Papa, esortando: «incominciamo la settimana così: Lui è fedele, Lui mi conosce, Lui mi ama, mai mi lascerà solo, mi porta per mano: cosa posso volere? Cosa di più? Cosa devo fare? Esulta in speranza, esulta nella speranza, perché il Signore ti ama come padre e come madre».
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