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PAPA FRANCESCO

MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA
DOMUS SANCTAE MARTHAE

Tempo tridimensionale

Lunedì, 3 dicembre 2018

 

(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLVIII, n.276, 4/12/2018)

Un Avvento tridimensionale, tra «passato, presente e futuro», per non dimenticare che «a Natale si celebra la nascita di Gesù» e non un albero decorato: un avvenimento che riguarda ciascun uomo e la sua vita concreta, sia «oggi» sia al momento dell’incontro col Signore «faccia a faccia». È un forte invito a non cedere alla mondanità e all’«abitudine della fede» quello che Papa Francesco ha suggerito nella messa celebrata lunedì 3 dicembre a Santa Marta.

«L’Avvento, che è incominciato ieri, è un tempo tridimensionale per così dire, un tempo per aggiustare lo spirito, per purificare lo spirito, per far crescere la fede con questa purificazione» ha affermato il Pontefice nell’omelia. «Noi — ha proseguito facendo riferimento al passo evangelico di Matteo (8, 5-11) — siamo tanto abituati alla fede che dimentichiamo la vivacità della fede e tante volte, forse, il Signore guardando qualche comunità nostra potrebbe dire, come abbiamo sentito: ora, io vi dico che molti verranno da un’altra parte, perché io vi dico che in questa parrocchia, in questo quartiere, in questa diocesi, non so, non ho trovato nessuno con una fede così grande». Sono parole che tante «volte il Signore può dire non perché noi siamo cattivi» ma «perché siamo abituati e quando siamo abituati perdiamo quella forza della fede, quella novità della fede che sempre si rinnova».

«L’Avvento è proprio per rinnovare la fede, per purificare la fede perché sia più libera, più autentica» ha fatto presente il Papa. E, ha aggiunto, «ho detto che è tridimensionale perché l’Avvento è un tempo di memoria, è la purificazione della memoria». Si tratta di «purificare la memoria del passato, la memoria di cosa è successo quel giorno di Natale: ritrovarci con Gesù appena nato cosa significa?». Una domanda da fare a se stessi, ha insistito Francesco, «perché la vita ci abitua» a considerare il Natale come una «festa: ci incontriamo in famiglia — bello, bello — andiamo alla messa — bello, bello — ma ti ricordi bene cosa è successo quel giorno? La tua memoria è chiara?».

«L’Avvento purifica la memoria del passato, cosa è successo quel giorno: è nato il Signore, è nato il Redentore che è venuto a salvarci» ha rilanciato il Pontefice. «Sì, la festa»; ma «noi sempre abbiamo il pericolo, avremo sempre in noi la tentazione di mondanizzare il Natale». E questo avviene «quando la festa» non è più «contemplazione, una bella festa di famiglia con Gesù al centro, e incomincia a essere festa mondana: fare le spese, i regali, e questo e l’altro, e il Signore rimane lì da solo, dimenticato». Tutto ciò avviene «anche nella nostra vita: sì, è nato, a Betlemme», ma rischiamo di perderne la memoria. «E l’Avvento è il tempo propizio «per purificare la memoria di quel tempo passato, di quella dimensione».

Ma, ha proseguito il Papa, l’Avvento «ha anche un’altra dimensione: è per purificare l’attesa, purificare la speranza, perché quel Signore che è venuto là, tornerà, tornerà». E, ha aggiunto, «tornerà a chiederci: “com’è andata la tua vita?”. Sarà un incontro personale: noi l’incontro personale con il Signore, oggi, lo avremo nell’Eucaristia e non possiamo avere un incontro così, personale, con il Natale di duemila anni fa», ma «abbiamo la memoria di tale avvenimento». Però, ha ricordato Francesco, «quando lui tornerà avremo quell’incontro personale». Questo «è purificare la speranza: dove camminiamo noi, la strada dove ci porta? Ma, non so, hai sentito è morto, poveretto! Preghiamo per lui. È morto, sì, ma domani morirò anche io, incontrerò il Signore, questo incontro personale, e anche tornerà il Signore dopo, per aggiustare il mondo».

Il Pontefice, dunque, ha invitato a «purificare la memoria di cosa è successo a Betlemme, purificare la speranza, purificare il fine». Perché «noi non siamo animali che muoiono, ognuno di noi incontrerà faccia a faccia il Signore: faccia a faccia». Ed è opportuno chiedersi: «Tu ci pensi? Cosa dirai?». Ecco, ha spiegato Francesco, «l’Avvento serve a pensare a quel momento, all’incontro definitivo con il Signore». E questa «è la seconda dimensione».

Invece, ha rilanciato il Papa, «la terza dimensione è più quotidiana: purificare la vigilanza». Del resto, ha fatto notare, «vigilanza e preghiera sono due parole per l’Avvento, perché il Signore è venuto nella storia a Betlemme e verrà, alla fine del mondo e anche alla fine della vita di ognuno di noi». Però, ha affermato il Pontefice, il Signore «viene ogni giorno, ogni momento, nel nostro cuore, con l’ispirazione dello Spirito Santo». E così è bene domandare a se stessi: «Io ascolto, io conosco cosa succede nel mio cuore ogni giorno? O sono una persona» che cerca «le novità», con «l’aspettativa» degli «ateniesi che andavano in piazza quando è arrivato Paolo: quale novità c’è oggi?». E dunque «vivere sempre delle novità, non della novità».

«Purificare questa attesa è trasformare le novità in sorpresa» ha insistito il Papa, spiegando che «il nostro Dio è il Dio delle sorprese: ci sorprende sempre». Su questi temi Francesco ha chiesto di riflettere con parole chiare: «“Hai finito la giornata, oggi?” — “Sì, sono stanco, ho lavorato tanto e ho avuto questo problema e adesso guardo un poco la tv e vado a letto” — “E tu non sai cosa è successo nel tuo cuore oggi?”». L’auspicio è proprio «che il Signore ci purifichi in questa terza dimensione di ogni giorno: cosa succede nel mio cuore? È venuto, il Signore? Mi ha dato qualche ispirazione? Mi ha rimproverato qualcosa?».

In fondo, ha spiegato il Pontefice, si tratta di «prendere custodia della nostra casa interiore; e l’Avvento è pure un po’ per questo». Di qui l’importanza di vivere in pienezza tutte e tre le dimensioni dell’Avvento indicate dal Papa. Anzitutto «purificare la memoria per ricordare bene che non è nato l’albero di Natale lì, no: è nato Gesù Cristo! L’albero è un bel segno, ma è nato Gesù Cristo, è un mistero». Poi «purificare il futuro: un giorno io mi troverò faccia a faccia con Gesù Cristo e cosa gli dirò? Gli sparlerò degli altri?». Infine la «terza dimensione: oggi». E cioè «cosa succede oggi nel mio cuore quando il Signore viene e bussa alla porta? È l’incontro di tutti i giorni con il Signore».

In conclusione, Francesco ha suggerito di pregare «che il Signore ci dia questa grazia della purificazione del passato, del futuro e del presente per trovare sempre la memoria, la speranza e l’incontro quotidiano con Gesù Cristo».



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