MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA CAMPAGNA DI FRATERNITÀ 2023 DELLA CHIESA IN BRASILE
Cari fratelli e sorelle del Brasile!
Ogni anno, nel tempo di Quaresima, siamo chiamati da Dio a seguire un cammino di vera e sincera conversione, reindirizzando tutta la nostra vita verso di Lui, che «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3, 16). Nel prepararci alla celebrazione di questo dono d’amore nella Pasqua, troviamo nella preghiera, nell’elemosina e nel digiuno, vissuti in modo più intenso durante questo tempo, pratiche penitenziali che ci aiutano a collaborare all’azione dello Spirito Santo, artefice della nostra santificazione.
Con l’intento di animare il popolo fedele in questo percorso verso il Signore, la Campagna di Fraternità di quest’anno ci propone di volgere lo sguardo verso i nostri fratelli più bisognosi, colpiti dal flagello della fame. Ancora oggi, «milioni di persone soffrono e muoiono di fame. Dall’altra parte si scartano tonnellate di alimenti. Ciò costituisce un vero scandalo. La fame è criminale, l’alimentazione è un diritto inalienabile» (Discorso all’Incontro mondiale dei Movimenti Popolari, 28 ottobre 2014).
L’indicazione data da Gesù ai suoi apostoli, «date loro voi stessi da mangiare» (Mt 14, 16) è rivolta oggi a tutti noi, suoi discepoli, affinché condividiamo — il molto o il poco che abbiamo — con i nostri fratelli che non hanno neppure di che sfamarsi. Sappiamo che andando incontro ai bisogni di quanti soffrono la fame, staremo saziando lo stesso Signore Gesù, che s’identifica con i più poveri e affamati: «ho avuto fame e mi avete dato da mangiare... tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 35.40).
È mio grande desiderio che la riflessione sul tema della fame, proposta ai cattolici brasiliani durante il tempo quaresimale che si avvicina, porti non solo ad azioni concrete — senza dubbio necessarie — che vadano in modo emergenziale in aiuto dei fratelli più bisognosi, ma generi anche in tutti la consapevolezza che la condivisione dei doni che il Signore ci concede nella sua bontà non può limitarsi a un momento, a una campagna, ad alcune azioni puntuali, ma deve essere un atteggiamento costante di tutti noi, che ci impegna con Cristo presente in tutti coloro che soffrono la fame.
Auspico altresì che questa presa di coscienza personale risuoni nelle nostre strutture parrocchiali e diocesane, ma abbia un’eco anche negli organi di governo a livello federale, statale e municipale, come pure negli altri enti della società civile, affinché, lavorando tutti insieme, possano estirpare definitivamente dalle terre brasiliane il flagello della fame. Ricordiamoci che «coloro che soffrono la miseria non sono diversi da noi. Hanno la nostra stessa carne e il nostro stesso sangue. Meritano perciò che una mano amica li soccorra e li aiuti, in modo che nessuno venga lasciato indietro e nel mondo la fraternità abbia diritto di cittadinanza» (Messaggio per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, 18 ottobre 2018).
Affidando questi voti alle cure di Nossa Senhora Aparecida, e come pegno di abbondanti grazie celesti che aiutino le iniziative nate a partire dalla Campagna di Fraternità, imparto di buon grado a tutti i figli e le figlie dell’amata nazione brasiliana, e in modo particolare a quanti s’impegnano instancabilmente affinché nessuno soffra la fame, la Benedizione Apostolica, chiedendo di continuare a pregare per me.
Roma, San Giovanni in Laterano, 21 dicembre 2022
Francesco
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L'Osservatore Romano, Anno CLXIII n. 44, mercoledì 22 febbraio 2023, p.7.
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