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VISITA PASTORALE NEL BELICE E A PALERMO

GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

Palermo, 21 novembre 1982

 

1. Prima di finire la santa Messa e impartire la benedizione, meditiamo ancora le seguenti parole della costituzione conciliare Lumen Gentium sulla Chiesa:
“Cristo, fattosi obbediente fino alla morte e perciò esaltato dal Padre (cf. Fil 2. 8-9), entrò nella gloria del suo regno; a lui sono sottoposte tutte le cose, fino a che egli sottometta al Padre se stesso e tutte le creature, affinché Dio sia tutto in tutti (cf. 1 Cor 15, 27-28). Questa potestà egli l’ha comunicata ai discepoli, perché anch’essi siano costituiti nella libertà regale e con l’abnegazione di sé e la vita santa vincano in se stessi il regno del peccato (cf. Rm 6, 12), anzi, servendo Cristo anche negli altri, con umiltà e pazienza conducano i loro fratelli al Re, servire al quale è regnare” (Lumen Gentium, 9, 36).

2. Recitando poi l’Angelus, meditiamo in modo particolare la risposta della Vergine di Nazaret: “Eccomi, sono la serva del Signore” (Lc 1, 38).

Colei che chiama se stessa “serva” partecipa, in misura particolare, al Regno di Cristo.

Lei pure, in sempre più gran numero, “con umiltà e pazienza conduce fratelli e sorelle al Re, servire al quale è regnare”.

Lei stessa è nostra Madre e Regina.


Dopo la recita dell'Angelus

Oggi, terza domenica di novembre, la Chiesa italiana celebra la Giornata Nazionale delle Migrazioni, voluta già dal santo Pontefice Pio X. Essa propone all’attenzione della comunità ecclesiale il grande problema del fenomeno migratorio al fine di stimolare iniziative concrete di sostegno e di solidarietà per le attività socio-pastorali della Chiesa italiana, in favore dei migranti e delle loro famiglie.

Quest’anno la “giornata nazionale delle migrazioni” coincide con la mia visita pastorale ad una delle regioni del Mezzogiorno d’Italia, che da oltre un secolo è una delle terre più profondamente segnate dalla migrazione; essa è stata anche fra le più colpite dal sisma, fattore non trascurabile che obbliga non di rado a lasciare la terra d’origine. Fra due giorni ricorre il secondo anniversario dell’ultimo terremoto, che distrusse e danneggiò interi paesi del Sud.

In questo momento, ricordando i morti, i sinistrati ed i lontani, auspico che il tema di questa Giornata: “Dalla solidarietà alla comunione”, abbia reale e sollecita attuazione affinché, mediante la ricostruzione materiale, si renda ai bisognosi meno difficile l’esistenza e più concreta la promozione umana. Questo ci ottenga la nostra preghiera al Signore, per intercessione di Maria, sua e nostra Madre.

Vorrei poi invitarvi a prender parte alla mia gioia per la liberazione, avvenuta martedì scorso, dell’Arcivescovo di Lubango, in Angola, Monsignor Alexandre do Nascimento, di un sacerdote missionario e di una religiosa, che erano stati rapiti circa un mese fa nella missione di Mongua.

Dobbiamo ringraziare il Signore che ha ascoltato le preghiere elevate da tutta la Chiesa per questa intenzione, in unione con la comunità cattolica angolana.

Purtroppo, sono ancora trattenuti prigionieri quattro Religiose ed alcuni collaboratori laici della stessa Missione. Il nostro ringraziamento a Dio è, pertanto, accompagnato dalla supplica che anch’essi siano presto liberati e possano così tornare incolumi al loro lavoro apostolico.

 

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