GIOVANNI PAOLO II
ANGELUS
Castel Gandolfo - Domenica, 23 agosto 1987
Carissimi fratelli e sorelle!
1. La vita associativa del laicato è uno dei grandi temi, a cui il Concilio ha dedicato premurose attenzioni, tenendo presente la linea costante della storia della Chiesa e l’esperienza dei tempi moderni, i quali hanno visto nascere e diffondersi, specialmente dalla metà del secolo scorso, numerose organizzazioni di apostolato, varie nell’indole, nella forma, nel raggio di azione.
Il Vaticano II ha voluto infondere a questo fenomeno un forte impulso, nel solco degli orientamenti ecclesiologici e pastorali allora maturati. Ha perciò riconosciuto espressamente il diritto dei laici a creare associazioni e ad averne la responsabilità, sottolineandone la giusta autonomia, avvalorata dal naturale legame con la funzione gerarchica (cf. Apostolicam Actuositatem, 19; Lumen Gentium, 37). Ha stimolato tutte le energie, ha indicato traguardi, ha fornito direttive.
2. Superata una fase iniziale di incertezze e di difficoltà, che determinarono una situazione di crisi, viviamo oggi in una stagione densa di fervore e di promesse.
Nello spirito del Concilio “si è felicemente instaurato un nuovo stile di collaborazione tra i fedeli laici e i chierici” (Sinodo straordinario del 1985, Relatio finalis, C, 6). Organizzazioni di antica storia, quali per esempio i Terzi Ordini e le Confraternite, a cui il magistero conciliare aveva riservato peculiari considerazioni (cf. Apostolicam Actuositatem, 20), hanno accentuato la consapevolezza della propria identità e del proprio campo di lavoro.
Accanto all’associazionismo tradizionale, e talvolta dalle sue stesse radici, sono germogliati movimenti e sodalizi nuovi, con fisionomia e finalità specifiche: tanta è la ricchezza e la versatilità delle risorse che lo Spirito Santo alimenta nel tessuto ecclesiale, e tanta è pure la capacità d’iniziativa e la generosità del nostro laicato.
3. Una tale realtà, mentre attesta la feconda vitalità della Chiesa e la sua saggezza nel valorizzare “cose nuove e cose antiche” (Mt 13, 52), postula un’accentuata sensibilità nel coltivare l’armonia tra l’unità e la multiformità.
Tutte le aggregazioni, di qualsiasi tipo e raggio di azione, sono destinate ad arricchire la missione che la Chiesa svolge nel proprio ambito e a servizio dell’umanità. Esse non possono nascere e svilupparsi che nella comunione ecclesiale, intesa nella profondità e nell’ampiezza delle sue dimensioni, a garanzia dell’autenticità dei loro carismi e della fecondità delle loro opere.
È un capitolo, questo, che anche per i suoi non pochi aspetti di novità presenta problemi e prospettive che richiederanno indubbiamente all’assemblea dei Padri sinodali accurate analisi. L’attuale fioritura associativa, non solo non può restare compromessa, ma deve crescere ordinatamente, per una sempre più copiosa e matura fruttificazione.
Ce l’ottenga l’intercessione della Vergine Madre, che invochiamo con più intensa fiducia durante questo anno a lei dedicato.
Ai pellegrini di lingua francese
Je suis heureux d’accueillir ici les visiteurs de langue française auxquels je souhaite d’heureuses vacances, et j’encourage les pèlerins à s’appuyer sur la foi de l’Apôtre Pierre qui a été donné comme fondement à la construction de l’Eglise. De tout cœur je vous bénis ainsi que vos familles.
Ai pellegrini di lingua inglese
To the English-speaking pilgrims and visitors I extend a most hearty welcome. I hope that these weeks of summer holidays are offering you the occasion to grow closer to the Lord through an appreciation of the beauty of his creation, through times spent in silence and relaxation, and especially through moments of prayer. Today we pray to our heavenly Father, who has given us the Mother of his Son to be our own Queen and Mother, that we may one day share in the glory of his kingdom.
I gladly impart to all of you my Apostolic Blessing.
Ai pellegrini di lingua tedesca
Ein herzlicher Willkommensgruß gilt allen anwesenden Pilgern und Besuchern aus den deutschsprachigen Ländern. Mit dem Apostolischen Segen erbitte ich euch aus der Begegnung mit den ehrwürdigen Stätten Roms Stärkung eures Glaubens und Erweiterung eures Herzens und wünsche euch eine glückliche Heimkehr.
Ai pellegrini di lingua spagnola
Amadísimos peregrinos Y visitantes de lengua española: Me es sumamente grato daros mi más cordial bienvenida a este encuentro de oración mariana con todos vosotros, y con cuantos en la Plaza de San Pedro o a través de la radio y la televisión se unen espiritualmente a nuestra plegaria dominical a Nuestra Señora.
Que este tiempo, que es de vacaciones y descanso para muchas personas, sea ocasión propicia para la vida familiar más intensa, la reflexión, el acercarse a Dios.
Mientras encomiendo a todos al cuidado materno de la Santísima Virgen, imparto con afecto la Bendición Apostólica, que extiendo complacido a vuestros familiares y amigos en España y en los diversos países de América Latina.
Ai pellegrini di lingua italiana
Saluto ora molto cordialmente i fedeli di lingua italiana, i vari gruppi di pellegrini e turisti qui convenuti e quanti altri dalla piazza di San Pietro in Roma si sono uniti a me per la preghiera mariana dell’Angelus. Siate i benvenuti! Il vostro passaggio da Roma e l’incontro con il centro della Chiesa susciti sentimenti di fede, spirito di fraternità, emulazione verso i testimoni antichi e santi della fedeltà al Vangelo. E vi sia sempre vicina la Vergine Maria.
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Desidero ora rivolgere un pensiero alla popolazione del Bangladesh e delle regioni orientali dell’India, colpite in questi giorni da una disastrosa inondazione. La calamità ha provocato molte vittime umane e ha distrutto in grande quantità derrate, abitazioni e strutture, lasciando in condizioni di grave disagio milioni di sinistrati. Di fronte a tale emergenza occorre esprimere solidarietà e comprensione verso un popolo tanto duramente provato. La situazione fa appello alla carità di tutti. Noi vogliamo affidare al Signore, con la nostra comune preghiera, la sofferenza di quei fratelli. Io lo faccio anche nel vivo ricordo della visita, che ho compiuto a Dacca otto mesi or sono. Esprimo alla gente del Bangladesh e dell’India il mio sentimento di affetto, mentre invoco da Dio conforto e protezione in questa drammatica circostanza.
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