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VISITA ALLA PARROCCHIA DI SANTA MARIA DEL BUON CONSIGLIO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 6 dicembre 1992

 

“Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” (Mt 3, 3).

Carissimi fratelli e sorelle della Parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio! Il tempo liturgico dell’Avvento si inoltra oggi nella seconda settimana, guidandoci verso l’incontro con il neonato bambino di Betlemme, Gesù Salvatore. Abbiamo ascoltato poco fa un brano tratto dal Vangelo di Matteo, che ci narra la predicazione di Giovanni Battista, inviato a preparare le vie del Signore nel cuore degli uomini del suo tempo. La liturgia ce lo presenta in quest’itinerario spirituale di attesa e di preghiera che è l’Avvento, affinché anche noi ascoltiamo i suoi richiami e facciamo nostro il suo pressante invito alla conversione. “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!” (Mt 3, 2), ripete oggi l’austero precursore di Cristo alla nostra assemblea liturgica. Qui, in questa parrocchia, in tutte le altre parrocchie di Roma, dell’Europa, la stessa parola divina. Convertirsi, aprire il cuore alla forza rinnovatrice del Vangelo: deve essere proprio questo il programma quotidiano di ogni credente, programma particolarmente impegnativo ed eloquente nel periodo liturgico che stiamo vivendo. Infatti è questo il significato del tempo d’Avvento: ricordare che Gesù è venuto tra noi e per noi nell’umiltà del presepio. Tocca pertanto a ciascuno di noi essere pronto ad accoglierlo, con spirito di penitenza, in una esistenza rinnovata da una fede autentica e operosa.

2. La Chiesa ci indica quest’oggi come modello e guida di un tale itinerario spirituale Giovanni Battista, il quale gode speciale attenzione nella nostra Chiesa particolare di Roma, perché la Basilica Cattedrale, oltre che al Santissimo Salvatore e a San Giovanni Evangelista, proprio a lui è dedicata. Viveva nel deserto in grande penitenza quando lo Spirito di Dio lo mandò a predicare l’imminente venuta del Messia nel mondo. Egli si recò allora al Giordano, prima che Gesù vi scendesse, e cominciò a predicare la conversione dei cuori e ad amministrare il battesimo di penitenza. Il suo era un linguaggio franco e diretto, quasi rude, che però le folle ascoltavano con interesse. Egli proclamava che “già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco” (Mt 3, 10). E per questo esortava con insistenza quanti a lui accorrevano: “Fate frutti degni di conversione”. Convertirsi significa “cambiare vita”, adeguando l’esistenza al dono gratuito della salvezza divina. Che grande lezione anche per la nostra Comunità ecclesiale, che oggi si raccoglie gioiosa attorno all’altare del Signore. La figura del Precursore è motivo di concreta revisione della nostra esistenza cristiana e stimolo a più profonda adesione al Vangelo. La sua predicazione fu avvalorata dalla testimonianza del martirio. Giovanni Battista fu fatto uccidere dal re Erode Antipa per la sua fedeltà alla parola di Dio. E, dopo tanti secoli, il genere umano continua a rendere onore alla sua fede e alla sua forza morale, suggellate dal sacrificio della vita.

3. “Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino!”. Risuona nel nostro spirito ancora una volta quest’esortazione di Giovanni Battista. Essa ci sprona a prender coscienza di quanto sia urgente aderire in maniera salda e totale a Cristo, preparando le sue vie, raddrizzando i suoi sentieri. Rassomiglia molto alla missione del Precursore quella della Chiesa che vive in questo nostro tempo di profondi e rapidi mutamenti sociali. Ad essa siamo tutti chiamati a prendere parte attiva: è la nuova evangelizzazione. “Evangelizzare è agire da testimoni” - ho ricordato qualche giorno fa aprendo i lavori dell’incontro postsinodale dei Presidenti delle Conferenze Episcopali d’Europa - e “l’imperativo dell’evangelizzazione è, quindi, sempre attuale”. Quando parliamo di “nuova evangelizzazione” - ho aggiunto - lo facciamo perché essa è sempre e dappertutto “nuova”. “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre” (Eb 13, 8). Questa “novità” appartiene all’identità del Vangelo. Essa orienta e anima l’impegno evangelizzatore, che costituisce un continuo e permanente imperativo per i testimoni di Cristo. Viviamo in un’epoca attraversata da forti correnti di “contro-evangelizzazione” le quali, anche se nella loro espressione più radicale si sono notevolmente affievolite, non cessano però di influire negativamente nell’ambito dei principi e in quello delle scelte di vita. La parola di Dio sembra così sopraffatta dai richiami dell’utilitarismo e del consumismo, del secolarismo e del materialismo pratico. Ecco perché è indispensabile che da parte di tutti i credenti in Cristo si rinnovi e rafforzi la disponibilità a offrire una rinnovata testimonianza coerente in favore di Cristo.

4. Cari fratelli e sorelle! Quest’invito spirituale a operare attivamente per il regno dei cieli si rivolge particolarmente alla vostra Comunità parrocchiale di Santa Maria del Buon Consiglio, una parrocchia ricca di anni e di tradizioni. Molti Sacerdoti esemplari si sono prodigati tra voi, assecondando la sollecitudine pastorale dei Pontefici Pio X e Benedetto XV. Essi hanno eretto la Chiesa e le strutture parrocchiali e in seguito hanno sviluppato un apostolato di grande efficacia. Una folla di emigrati dalle regioni del Sud si insediarono qui all’inizio del secolo e il loro numero raggiunse gradualmente anche le cinquantamila persone. Voi, in gran parte loro figli, costituite tuttora una grande Comunità parrocchiale, nella quale prosegue quell’impegno dei Sacerdoti, delle Religiose, dei laici ferventi che mai venne meno nei passati decenni. Non posso non ricordare inoltre le Suore di Sant’Orsola del Belgio, e quelle che le hanno sostituite e sono presenti tra voi, le Figlie della Divina Provvidenza. E come tacere di quell’apostolo degli oratori e dell’educazione giovanile a Roma che fu Arnaldo Canepa, tra voi sepolto dopo una vita di zelante servizio alla Chiesa, per la causa dei giovani? Nel ricordo di tutti coloro che vi hanno preceduti sulla strada del servizio al Vangelo, vi saluto tutti con affetto. Saluto in particolare il Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale, Mons. Giuseppe Mani, Vescovo del Settore, il Parroco Don Raffaele Ruocco e i Sacerdoti che lo coadiuvano nel lavoro pastorale.

5. Sono certo che questa visita pastorale, situata nella suggestiva vicinanza del Santo Natale, l’intercessione della vostra dolce Madre e Patrona, Santa Maria del Buon Consiglio, il ricordo del fervente passato della vostra Parrocchia, come pure il richiamo agli impegni apostolici che attendono la Chiesa che è in Roma nell’immediato futuro, susciteranno in voi sentimenti di fervorosa corrispondenza. Possa la vostra Parrocchia, qui al Quadraro, distinguersi per generosità e fedeltà al dono ricevuto da Dio. Con tali sentimenti mi rivolgo a ciascuno di voi: ai piccoli, agli anziani, ai giovani, alle famiglie; ricordo i Sacerdoti e le Religiose che in anni recenti avete donato alla Chiesa; ringrazio tutti coloro che si sono impegnati nel servizio ai fratelli, nelle varie forme dell’apostolato cristiano e della carità generosa. Un pensiero tutto speciale lo dirigo agli ammalati, ai bambini, ai giovani e a quanti si sentono parte viva della vostra Comunità, preoccupata nel suo insieme di proclamare e testimoniare la novità del Messaggio salvifico. So che a tal fine partecipate allo sforzo in atto a Roma attraverso il Sinodo pastorale diocesano, per una nuova evangelizzazione della Città. So che, accanto al fervore costante delle vostre opere parrocchiali, state ponendo una speciale cura nella Liturgia, nella Catechesi e nell’Evangelizzazione, proprio per immettervi nella fervorosa corrente di bene avviata dall’Assemblea Sinodale della Diocesi. Per tutto questo, desidero esprimervi compiacimento ed esortarvi a perseverare nello spirito indicato dalle letture bibliche dell’odierna domenica. Mi rivolgo a tutta la comunità parrocchiale, a tutti i componenti di questa comunità, durante la mia visita tanto preziosa per me. Ho trovato la pittura che ricorda un momento speciale della presenza della Madre del Buon Consiglio, il Concilio Vaticano II. Ho fatto parte di questo Concilio dal primo all’ultimo giorno grazie alla Provvidenza. E oggi tutti noi cerchiamo di mettere in atto quell’insegnamento e gli orientamenti che il Vaticano II ci ha portato provvidenzialmente. Sotto anche la protezione della Madonna del Buon Consiglio.

6. Il Redentore che attendiamo in questo tempo di Avvento verrà portando con sé i doni dello Spirito Santo e “farà sentire la sua voce potente per la gioia del nostro cuore” (Antifona d’ingresso).

Come ci ha ricordato la prima lettura tratta dal Libro del profeta Isaia, la sua venuta sarà sorgente di giustizia e di pace.

“In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli”, “la sua dimora sarà gloriosa” (Is 11, 10).

Carissimi fratelli e sorelle, questo annuncio di gaudio e di vittoria definitiva sul male e il peccato sostenga il vostro itinerario spirituale. La gioia del Signore, proclamata nella nostra attenta assemblea liturgica, ci è offerta in dono perché in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture “teniamo viva la nostra speranza” (Rm 15, 4).

Guardiamo e seguiamo l’esempio di Maria, di cui ci apprestiamo a celebrare la solennità dell’Immacolata Concezione. Conserviamo desta la nostra fiducia mediante la preghiera incessante e l’ascolto di Dio! Così la nostra speranza non verrà mai meno.

Camminiamo in novità di vita, avendo “gli uni versi gli altri sentimenti ad esempio di Cristo Gesù” (Rm 15, 5). Come ci ammonisce oggi San Paolo, e lo fa nella Lettera ai Romani e noi siamo romani: la Lettera a noi. Con questa breve parola, con questa breve invocazione dell’Avvento voglio terminare.

“Prepariamo la via del Signore”. Amen!

 

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