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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
ALL'ARCIVESCOVO DI PADOVA,
MONSIGNOR ANTONIO MATTIAZZO, PER IL III CENTENARIO
DELLA MORTE DI SAN GREGORIO BARBARIGO

 

Al venerato Fratello ANTONIO MATTIAZZO
Arcivescovo-Vescovo di Padova

1. Ho appreso con gioia che codesta Comunità diocesana si appresta a celebrare il terzo centenario della morte di san Gregorio Barbarigo, che fu Pastore saggio ed illuminato della Diocesi di Padova dal 1664 fino alla morte, avvenuta il 18 giugno 1697. Alle manifestazioni giubilari, che si estenderanno lungo l’intero anno pastorale da poco iniziato, si uniscono in fraterna comunione il Vescovo Mons. Roberto Amadei e l’intera Diocesi di Bergamo, per la quale il Santo si prodigò con infaticabile zelo nei primi sette anni del suo generoso e fecondo ministero episcopale.

Fedele nell’applicare le linee di riforma della Chiesa dettate dal Concilio di Trento, san Gregorio Barbarigo seppe imprimere uno straordinario impulso al rinnovamento della vita cristiana, coinvolgendo in tale sforzo tutte le componenti del popolo di Dio. Il suo esempio costituisce ancora oggi un pressante invito a vivere coraggiosamente la comunione ecclesiale e la testimonianza evangelica, nel solco tracciato dal Concilio Vaticano II, guardando allo storico traguardo del grande Giubileo dell’anno 2000.

2. Già agli inizi del suo servizio episcopale, nella prima Lettera pastorale indirizzata al clero ed ai fedeli di Bergamo, il santo Vescovo con efficace sintesi così riassumeva il proprio programma pastorale: “Per compendiare tutte queste cose in una parola che tutte le riassuma, Vi ameremo. Infatti caratteristica del Buon Pastore è la carità, anima e sola difesa del gregge è unicamente l’amore”. San Gregorio Barbarigo ebbe, dunque, profonda coscienza della realtà della Chiesa come corpo vivo che nasce da Cristo stesso ed è strutturata in organismi visibili operanti concretamente ed efficacemente per il bene dei fedeli. La concezione del ministero episcopale e sacerdotale nasce in Lui da questa visione ecclesiologica: il Vescovo ed i Presbiteri sono la presenza del Buon Pastore.

Conseguentemente, una delle sue prime preoccupazioni fu la formazione spirituale, culturale e pastorale del clero. Il progetto di riforma del Seminario, che non poté attuare a Bergamo a causa del trasferimento a Padova, prese consistenza e diede in poco tempo significativi frutti nella nuova Diocesi, dove egli chiamò valenti formatori e procurò una degna sede al Seminario, fornendolo, altresì, di adeguati strumenti per la preparazione dei candidati al Sacerdozio. L’impegno per la santificazione del clero si espresse nella formazione permanente dei sacerdoti, mediante molteplici iniziative di animazione del presbiterio: dai contatti personali, alla riorganizzazione dei Vicariati foranei ed agli incontri mensili per lo studio e l’approfondimento della teologia e della morale.

La preoccupazione di san Gregorio Barbarigo per la formazione e la santità del clero costituisce ancora oggi un forte richiamo all’importanza della pastorale vocazionale e, soprattutto, della direzione spirituale che egli propose con insistenza, sperimentandone personalmente l’efficacia. Il bisogno di valide guide spirituali, che sappiano presentare ai giovani la bellezza di una esistenza totalmente dedita al servizio del Vangelo e dei fratelli è particolarmente attuale e costituisce il problema centrale di ogni formazione seminaristica moderna. Come pure è auspicabile che vengano predisposti itinerari formativi rigorosi ed attenti alle esigenze concrete sia per educare i giovani ad una autentica vita sacerdotale sia per sostenere spiritualmente ed aiutare i sacerdoti già impegnati nel servizio pastorale.

3. Venerato e caro Fratello, il suo illustre Predecessore, pur dedicando al clero copiose energie, si prodigò con pari cura alla promozione della vita consacrata ed all’animazione cristiana del laicato. Le numerose visite ai Monasteri stanno a testimoniare il grande impegno profuso, affinché le Comunità religiose risplendessero nei loro ideali di contemplazione, di carità e di servizio ai poveri, testimoniando la santità della Chiesa secondo il loro peculiare carisma.

Ugualmente degni di considerazione sono i suoi sforzi per la preparazione spirituale e dottrinale dei fedeli. Negli anni trascorsi a Bergamo ed a Padova, il santo Vescovo compì la visita pastorale nelle numerose parrocchie, dedicandosi personalmente alla catechesi ed all’istruzione del popolo. Curò l’istituzione delle scuole della dottrina cristiana, incrementò le accademie letterarie e scientifiche e numerose istituzioni caritative. Le Confraternite delle diverse corporazioni di lavoro e quelle collegate a particolari devozioni trovarono in lui un forte sostegno, perché si trasformassero in “luoghi” di santificazione e di educazione alla fede. Come non vedere in questo aspetto dell’azione pastorale di san Gregorio Barbarigo un attualissimo invito a coniugare l’insegnamento della dottrina cristiana con un grande impegno pedagogico?

La presentazione della fede cristiana in modo organico e secondo il linguaggio proprio del nostro tempo richiede l’approfondimento della Parola di Dio e degli insegnamenti della Chiesa, ma anche una particolare attenzione alle condizioni dell’uomo contemporaneo ed ai tempi del suo cammino di ricerca di Dio.

Auspico che, in sintonia con le linee pastorali seguite dal santo Vescovo, anche la missione cittadina che si terrà a Padova nella prossima primavera, come pure le iniziative previste nella diocesi di Bergamo, costituiscano un momento privilegiato di catechesi e di evangelizzazione che porti abbondanti frutti di rinnovamento ecclesiale e sociale.

4. Alla preoccupazione per il proprio gregge, san Gregorio Barbarigo unì un profondo anelito missionario, allargando gli orizzonti della sua attività pastorale all’evangelizzazione “ad gentes”. A tal proposito, è significativo il fatto che egli ordinò sacerdoti “titulo missionis”.

Tale ispirazione missionaria si esprimeva anche nel confronto, rispettoso ed approfondito, della fede cristiana con la cultura del suo tempo. Ne è testimone, tra l’altro, la fondazione della tipografia del Seminario, dotata di caratteri greci ed orientali, per la pubblicazione di opere utili allo studio della Sacra Scrittura e dei Padri della Chiesa nelle lingue originali. Basterebbe questo per meritare a san Gregorio Barbarigo il titolo di instancabile promotore di cultura cristiana autentica e aperta alla scienza del tempo. Questo itinerario di fecondo incontro tra scienza e fede Egli continua ad indicare a quanti desiderano seguirne il cammino di santità e di apostolato, operando affinché gli straordinari successi che la scienza e la tecnica hanno registrato in questo ultimo secolo possano servire al progresso integrale dell’uomo.

In tale contesto, desidero esprimere vivo apprezzamento per il restauro e l’ampliamento della Biblioteca del Seminario di Padova, che offre agli studiosi un luogo di stimolante confronto culturale ed agli alunni validi strumenti per approfondire il perenne messaggio evangelico e poi annunciarlo più efficacemente all’uomo contemporaneo.

5. Fra le varie iniziative che nelle Diocesi di Bergamo e di Padova scandiranno l’avvio dell’anno dedicato a san Gregorio Barbarigo, assume particolare rilievo il Convegno di studi che si terrà prossimamente in codesta Città. Nell’incaricarLa, venerato Fratello, di trasmettere a tutti i partecipanti il mio cordiale saluto, esprimo l’auspicio che tale significativo momento di approfondimento dell’esperienza spirituale e dell’infaticabile opera pastorale di questo illustre Figlio della terra veneta sia per tutti un forte invito al rinnovamento della vita ecclesiale e al radicamento del Vangelo nella nostra società.

Con tali sentimenti, mentre invoco la celeste protezione della Madre del Signore e di san Gregorio Barbarigo, di cuore imparto a Lei, a Mons. Roberto Amadei, ai fedeli delle Diocesi di Bergamo e di Padova ed a tutti coloro che prenderanno parte alle manifestazioni celebrative una speciale Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 4 novembre 1996.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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