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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
A GRUPPI DELLA TERZA ETÀ DELLA «FEDERAZIONE INTERDIOCESANA MOVIMENTI ANZIANI E PENSIONATI D'ITALIA»

Aula Paolo VI - Venerdì, 23 marzo 1984

 

Carissimi fratelli e sorelle.

1. A distanza di quasi due anni dal nostro primo incontro, sono lieto di trovarmi ancora una volta con voi, anziani e pensionati appartenenti ai movimenti diocesani confederati, venuti a Roma in pellegrinaggio giubilare, in una vigilia di avvenimenti ecclesiali pieni d’impegno e di speranza. Vi saluto con affetto e vi auguro di raccogliere dalle vostre giornate romane un frutto spirituale da farne riserva personale per voi, e così sovrabbondante da portarlo in dono in famiglia e alle vostre comunità ecclesiali.

2. L’Anno Santo della Redenzione, ormai alle ultime fasi di svolgimento, è la grande occasione dell’uomo, di ogni età e condizione, perché, purificato come l’oro dalle scorie della matrice terrena, possa brillare di vivida luce per inserirsi più consapevolmente nella prospettiva del nostro destino eterno.

L’opera mirabile della nostra redenzione umana, che segna anche la perfetta glorificazione di Dio, è stata compiuta 1950 anni fa da Cristo Signore, specialmente per mezzo della sua passione, morte e risurrezione. Col mistero pasquale Gesù morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato anche a noi la vita. Il cristiano, che è assillato dalla necessità e dal dovere di combattere contro il male attraverso le tribolazioni e di subire il passaggio obbligato della morte, è associato al mistero pasquale e, come si assimila alla morte di Gesù così andrà incontro alla risurrezione confortato dalla speranza (Gaudium et Spes, 22).

Voi carissimi fratelli e sorelle, siete entrati a far parte della categoria degli anziani, costituita da uomini e donne provenienti da tutte le classi sociali e da ogni livello di cultura. Così, cancellate le differenze di facciata, si è unicamente affratellati nella propria dignità di persona. L’ingresso nella terza età è da considerarsi un privilegio: non solo perché non tutti hanno la fortuna di raggiungere questo traguardo, ma anche e soprattutto perché questo è il periodo delle possibilità concrete di riconsiderare meglio il passato, di conoscere e di vivere più profondamente il mistero pasquale, di divenire esempio nella Chiesa a tutto il popolo di Dio.

Sono sicuro che la celebrazione giubilare sarà per voi un momento forte di arricchimento umano e spirituale.

3. Per raggiungere tale scopo non vi lasciate sorprendere dalla tentazione della solitudine interiore. Nonostante la complessità dei vostri problemi da risolvere, le forze che progressivamente si affievoliscono, e malgrado le insufficienze delle organizzazioni sociali, i ritardi della legislazione ufficiale, le incomprensioni di una società egoistica, voi non siete né dovete sentirvi ai margini della vita della Chiesa, elementi passivi di un mondo in eccesso di movimento, ma soggetti attivi di un periodo umanamente e spiritualmente fecondo dell’esistenza umana. Avete ancora una missione da compiere, un contributo da dare.

Secondo il progetto divino ogni singolo essere umano è una vita in crescita, dalla prima scintilla dell’esistenza fino all’ultimo respiro. Il programma dello sviluppo continuo si proietta in alto fino all’imitazione esaltante della perfezione stessa di Dio.

Nessuno ha il diritto di dire basta. Voi non dovete fermarvi, né considerarvi esseri in declino. Davanti agli occhi di Dio questo periodo della vostra esistenza ha un significato di grazia, perché la vita umana a ogni stadio è, dopo la vita stessa di Dio, il più grande dei valori. Se la società tecnologica non apprezza o addirittura deprezza, come spesso avviene, è perché essa è entrata in una fase di crisi profonda, proprio da quando ha creduto di essere autorizzata a respingere il dono dei bimbi e dei vecchi. È essa che sta creando la sua stessa progressiva senescenza, anche a causa del crollo delle nascite, e si è chiusa in un cerchio senza futuro. Ebbene, in questa mentalità del consumismo superfluo e del materialismo sistematico, voi potete e dovete divenire fattori di rinascita, determinando la necessaria inversione di tendenza, nella famiglia e nella società.

4. Il problema degli anziani è uno dei grandi problemi della società in quanto tale. Non è solo una questione di assistenza, di beneficenza e di servizio. Occorre favorire l’attuazione di un invecchiamento attivo. Il problema primario è la valorizzazione delle persone. Bisogna far sì che la ricchezza umana e spirituale, le riserve di esperienza e di consiglio accumulate nel corso di una vita intera non vadano disperse, ma siano incanalate a beneficio delle generazioni più giovani.

Per raggiungere lo scopo è necessario innanzitutto che l’anziano stesso prenda coscienza delle possibilità che ha a sua disposizione, perché anche nell’età più avanzata il suo animo continui ad affinarsi.

A questo punto, cari fratelli e sorelle, io desidero esortarvi con tutto l’animo a ricorrere più frequentemente e intensamente ai due facili mezzi di trasformazione e di elevazione, che il Signore nella sua bontà si è degnato di metterci a portata di mano: la preghiera e il sacrificio. Per la particolare condizione di età in cui vi trovate, a voi non mancano né le occasioni di soffrire né il tempo di pregare.

Il mondo per salvarsi ha bisogno di orazione e di sofferenza. Voi potete aiutarlo. La via del mistero pasquale conduce l’umanità dalla croce alla risurrezione. Maria, madre di Gesù e madre della Chiesa, non cessa di tracciarcela.

Anche se nell’ambito delle vostre famiglie e della società voi foste in condizione di non poter fare altro, sappiate che così, con l’apporto valido e generoso della preghiera e dell’offerta, contribuite non solo a elevare voi stessi, a rendere attiva e gioiosa la vostra vecchiaia, ma anche a salvare il mondo.

È per questa ragione che al centro delle riflessioni della Chiesa sull’Anno Santo della Redenzione ho desiderato portare l’esortazione sulla fecondità della sofferenza. Ed è per una coincidenza di privilegio che il vostro pellegrinaggio giubilare s’incontra con la visita a Roma della statua della Madonna, venuta da Fatima, di dove ella, in nome di suo Figlio Dio, raccomanda ai suoi figli uomini preghiera e sacrificio. È la raccomandazione della salvezza.

5. Fratelli e sorelle, so quanto hanno fatto e fanno i movimenti dei pensionati e degli anziani, come sono nati e si sono diffusi nelle diocesi, quali sono i programmi e i problemi da risolvere.

Voglio dire la mia parola di incoraggiamento agli organizzatori, agli aderenti, ai simpatizzanti.

Vi sia segno della grazia divina la mia particolare Benedizione Apostolica.

 

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