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DISCORSO DI GIOVANI PAOLO II
AI PADRI CAPITOLARI DEI REDENTORISTI

Lunedì, 18 novembre 1985

 

È con vera gioia che vi accolgo, oggi, carissimi figli di Sant’Alfonso, riuniti in Capitolo generale, per rinnovare e fortificare la vostra missione nella Chiesa e nel mondo.

1. Innanzitutto desidero salutare il padre Juan Manuel Sasso de la Vega y Miranda, nuovo superiore generale, e formulo i migliori auguri per il mandato che gli è stato affidato dall’attuale Capitolo e che egli ha generosamente accettato con spirito di fede. Ringrazio ugualmente, a nome della Chiesa, il padre Giuseppe Pfab, che durante i dodici anni del suo generalato ha instancabilmente operato a favore della famiglia Redentorista e della Chiesa, collaborando pure attivamente ed efficacemente come membro della Congregazione per i Religiosi e degli Istituti Secolari.

2. Carissimi, avete celebrato or non è molto il 250° anniversario della fondazione della Congregazione e avete ricevuto dalla Chiesa l’approvazione delle vostre Costituzioni rinnovate, come è richiesto dal Concilio. Inoltre nel maggio del 1982 è stato beatificato uno dei vostri fratelli, il padre Pierre Donders, instancabile e intrepido missionario. Tutto ciò testimonia che la fondazione di Sant’Alfonso è uno strumento efficace e attuale per la santificazione dei suoi membri e per l’evangelizzazione del mondo.

Fedeli al carisma di Sant’Alfonso, fin dai primi tempi, voi Redentoristi avete sempre cercato di essere particolarmente attenti ai poveri, agli abbandonati, agli oppressi, e il Signore ha benedetto il vostro operato in maniera tale che oggi siete un numero considerevole a servizio della Chiesa, in ben 60 Paesi dei cinque Continenti.

Secondo i desideri emersi nel Capitolo del 1979, voi avete deliberatamente scelto di vivere, sempre più intensamente il progetto del santo fondatore: “Seguire l’esempio di Gesù Cristo predicando la parola di Dio ai poveri”.

In tal senso vi siete sforzati di intensificare l’annuncio esplicito della parola di Dio per mezzo delle “missioni popolari” tradizionali, così care a Sant’Alfonso, della catechesi, del lavoro missionario presso i popoli che ancora non hanno ricevuto il messaggio evangelico, adattando il vostro operato alle particolari situazioni che si presentano. Continuate coraggiosamente e con perseveranza questo apostolato, uniti in stretta e leale collaborazione con le Chiese locali e con i loro Pastori.

3. Voi siete coscienti dell’importanza fondamentale della preghiera personale e comunitaria, come unica sorgente di vita apostolica, testimonianza di fede e di speranza. Avete inoltre piena consapevolezza che una comunità religiosa che non prega non può sussistere: saprete pertanto programmare i mezzi per attivare e consolidare personalmente e comunitariamente questa preghiera, in maniera tale da essere gli uni per gli altri sostegno efficace e aiuto fraterno.

Non è individualmente, infatti, che esercitate il vostro apostolato, ma comunitariamente, con spirito di comunione fraterna, associando preghiera e riflessione, lavoro e sofferenza, senza lasciarvi esaltare dai successi né deprimere dagli insuccessi, ma tutto orientando al servizio del Vangelo. In questa fraternità spirituale, che certo richiede da parte di ciascuno sforzo e sacrificio, ma che costituisce uno degli elementi essenziali della vita religiosa, troverete l’energia indispensabile per il lavoro apostolico, manifestando così al mondo la carità di Cristo. Tutta la vita di Sant’Alfonso fu testimonianza di carità pastorale e fraterna per la diffusione del Vangelo.

4. I fratelli laici sono intimamente associati, per numero e qualità, all’opera apostolica dei sacerdoti e, come loro, pienamente religiosi mediante la professione dei consigli evangelici e la testimonianza del loro generoso impegno.

Con le modalità proprie della loro vocazione essi partecipano alla missione pastorale affidata dalla Chiesa all’Istituto; è quindi a buon diritto che si deve provvedere alla loro formazione teologica e spirituale.

5. Membri di una Congregazione che prende il suo nome dal Divin Redentore, impegnatevi sempre più ad attuare, nella vostra vita la vocazione cristiana e religiosa alla luce del Mistero della Redenzione. La pratica fedele e generosa e serena dei consigli evangelici costituisce una testimonianza inesauribile della potenza della croce e della risurrezione di Cristo, unica forza per condurre l’umanità verso il suo totale compimento in Dio, e solo in Dio (Giovanni Paolo II, Redemptionis donum, 14).

La Vergine Maria, intimamente associata al Divin Figlio nel mistero della redenzione, e particolarmente invocata dai membri della vostra famiglia religiosa, come pure dai fedeli che beneficiano del vostro apostolato, con il titolo di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, vi sostenga sempre, sia nella vostra vita di consacrati che nel vostro apostolato, e ottenga alla vostra Congregazione numerose vocazioni, generose e ferventi, per la realizzazione della missione che questa è chiamata a svolgere nella Chiesa e nel mondo.

Di cuore vi benedico.



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