DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI AGENTI DELL'UFFICIO DI VIGILANZA
Mercoledì, 24 dicembre 1986
Cari agenti di vigilanza della Città del Vaticano e voi, familiari tutti!
Sono molto lieto di questo incontro, che la vigilia di Natale rende particolarmente caro per la sua caratteristica di intimità familiare e di gioia ispirata dal mistero della nascita in terra dell’eterno Figlio di Dio. Do a tutti il mio cordiale benvenuto, ricambiando volentieri fervidi voti, perché possiate trascorrere nella serenità le imminenti festività.
La presenza di voi, addetti alla vigilanza, mi offre l’occasione anche di dire il mio apprezzamento per la puntuale e diligente attività che voi svolgete con dedizione, al fine di assicurare l’ordine nel flusso dei fedeli che si recano in Vaticano, soprattutto durante le udienze e le cerimonie.
In questo suggestivo clima spirituale della giornata odierna, vi auguro che l’ordine esterno, da voi tutelato e diretto con premurosa dedizione, sia specchio e riflesso di un altro ordine: quello interiore della retta coscienza illuminata dalla viva fede in Colui che duemila anni fa è venuto sulla terra a portare a tutti gli uomini la salvezza, la giustizia e la pace.
Sì La sua pace, preannunciata già dai profeti e proclamata dagli angeli a Betlemme nella notte santa, custodisca i vostri cuori e le vostre famiglie, qui largamente rappresentate. La luce del Natale vi faccia scorgere il significato spirituale del presepio, che è anzitutto celebrazione della nascita del Figlio di Dio, ma anche culto della vita umana nella sua più sacra espressione: di ogni culla e di ogni creatura fatta a immagine e somiglianza di Dio.
Celebrate così il vostro Natale nell’intimità dei vostri focolari domestici, portando in essi un palpito nuovo di affetto e di bontà!
Accompagno questi pensieri con la mia benedizione, che estendo anche a coloro che sono rimasti sul luogo del loro servizio.
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