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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL CAPITOLO GENERALE DELLE
SUORE DELLA SACRA FAMIGLIA

Venerdì, 20 novembre 1987

 

Mie care sorelle.

Sono felice di poter accogliere oggi i membri del vostro capitolo generale, al termine dei lavori svoltisi a Roma in questi due ultimi mesi. Voi rappresentate qui le comunità di Suore della Sacra Famiglia di Bordeaux sparse in quattro continenti in una ventina di paesi; il vostro carattere internazionale si riflette bene nella diversità d’origine di coloro che avete scelto per il governo generale della vostra congregazione. Auguro alle nuove responsabili di mettersi al servizio delle loro sorelle nella gioia, certe che l’aiuto del Signore non verrà loro a mancare.

Le vostre assisi si sono svolte nello stesso momento in cui il Sinodo dei vescovi conduceva una vasta riflessione sulla missione dei laici. Non possiamo vedere questa coincidenza come un segno? Nella Chiesa è importante che gli uni e gli altri abbiano una chiara coscienza di tutto ciò che la loro vocazione implica. Per ciò che vi riguarda, approfondendo incessantemente le intuizioni del vostro fondatore nel secolo scorso, l’Abate Noailles, dovete dare alla vostra identità religiosa un’espressione che presenta chiaramente la sua specificità. Il mondo cristiano attende dalle religiose consacrate non solo numerosi servizi apostolici ai quali esse si dedicano, ma anche la testimonianza della loro offerta a Dio nella vita comunitaria fraterna. La fedeltà ai voti di castità, di povertà e di obbedienza, vissuta nella semplicità della vita comunitaria, costituisce sempre, riguardo ai contemporanei, un segno evangelico di grande importanza.

A giusto titolo voi accordate alla preghiera un ruolo preminente. So che alcune si consacrano interamente alla vita contemplativa. Che la loro presenza sia un incoraggiamento a tutte le Suore della Sacra Famiglia a cercare nella loro intimità con Gesù, Maria e Giuseppe l’ardore della fede, maturata grazie all’accoglienza fedele di tutti i doni della salvezza, la forza della speranza che si tradurrà nell’audacia apostolica, la generosità della carità che riconosce in ogni persona umana un essere amato da Dio.

Il lavoro del vostro capitolo generale ha fatto avanzare la revisione e l’aggiornamento delle vostre Costituzioni. In collaborazione con la Congregazione per i religiosi, che esaminerà la loro relazione, spero che possiate disporre ben presto della base indispensabile allo sviluppo armonioso del vostro Istituto, affinché possa estendere la sua partecipazione alla missione ecclesiale sia in seno alle giovani Chiese nelle quali assicurate una presenza missionaria importante, che nei paesi di tradizione cristiana più antica in cui l’evangelizzazione deve essere incessantemente rinnovata.

Ai giovani, agli adulti e alle persone anziane, agli ammalati o alle persone sane, ai poveri privi di mezzi materiali per vivere e ai poveri in spirito, possiate portare instancabilmente con la vostra vita religiosa e con le vostre attività apostoliche la condivisione dell’amore che fu vissuto nella famiglia di Nazaret dal Figlio di Dio fatto uomo, dalla sua Madre santissima che meditava in cuor suo l’annuncio di salvezza, da Giuseppe “che era un uomo giusto” e che, accogliendolo tra noi, “lo chiamò col nome di Gesù” (cf. Mt 1, 19.25)!

Offrendovi questi voti ferventi, dono a voi e a tutte le vostre sorelle e agli amici del vostro Istituto, la mia benedizione apostolica.

 

© Copyright 1987 - Libreria Editrice Vaticana

 



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