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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AGLI ALLIEVI
DELLE SCUOLE CENTRALI ANTINCENDI DI ROMA-CAPANNELLE

Sabato, 16 gennaio 1988

 

Cari allievi delle Scuole Centrali Antincendi!

1. Vi ringrazio per la vostra visita e per la vostra così numerosa presenza, che offre al mio sguardo un magnifico spettacolo. Ringrazio, in particolare, i vostri superiori, gli ufficiali e il cappellano capo, monsignor Gino Di Ciocco, che vi hanno accompagnati a questo simpatico incontro.

Avete concluso il corso di specializzazione presso le Scuole Centrali Antincendi di Roma-Capannelle, ove vi siete addestrati alla coraggiosa attività che vi attende e che rappresenta un importante servizio ai fratelli, qualora dovessero trovarsi in gravi situazioni di pericolo. Vi esprimo la mia stima per la scelta da voi compiuta, di porre le vostre energie giovanili e il vostro entusiasmo al servizio della sicurezza civile. Sono certo che, ogni qualvolta ci sarà bisogno della vostra opera, saprete essere presenti con quella tempestività e generosità, con quello spirito di sacrificio e di abnegazione, di cui hanno saputo dare tante volte esempio coloro che vi hanno preceduti nelle vostre scuole.

Sono noti infatti gli episodi, i gesti e le imprese di vero eroismo compiuti dagli operatori della protezione civile per portare aiuto, sollievo e conforto ai fratelli colpiti da enormi disastri. È ancora davanti ai nostri occhi la benemerita attività svolta dalle forze di soccorso civile in favore delle popolazioni della Valtellina, duramente provate dalle rovinose calamità naturali.

2. Per tutto ciò la società vi deve essere profondamente riconoscente, e voi meriterete tanto più tale gratitudine, quanto più saprete infondere nella vostra azione, che mira anzitutto a salvare vite umane, una viva coscienza umana e cristiana. Infatti aiutare un fratello o una sorella nel pericolo, significa anche testimoniare quella carità che è il segno distintivo di chi vuol essere veramente cristiano e realizzare nella sua vita le parole del Signore che pone il servizio reciproco e la fraterna solidarietà come principio costitutivo della comunità dei credenti: “Colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servitore, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà schiavo; appunto come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20, 26-28).

Con questi pensieri ed auspici invoco sulle vostre persone e su quelle dei vostri familiari, che partecipano a questo incontro, la continua protezione di Dio e di cuore imparto a tutti la mia benedizione.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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