DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE
DELL’ORDINE CARMELITANO DELL’ANTICA OSSERVANZA
Venerdì, 29 settembre 1989
Cari fratelli.
Il mio animo si apre al più cordiale saluto nell’accogliere in voi i qualificati rappresentanti dell’Ordine Carmelitano dell’Antica Osservanza, riuniti in questi giorni a Sassone per i lavori del capitolo generale. Ringrazio il priore generale John Malley per le parole di omaggio, con cui ha voluto aprire questo incontro. A lui e a tutti voi esprimo i miei fervidi auguri per un rinnovato slancio nella ripresa della attività proprie del vostro benemerito ordine.
1. Il capitolo generale è un grande momento di grazia per ogni famiglia religiosa. È un momento di rinnovato impegno e di fedeltà al proprio carisma, di memoria comunitaria della presenza dello Spirito in mezzo alla famiglia. L’Ordine Carmelitano, a cui appartenete, affonda le sue radici nella terra di Gesù e di Maria; sul monte Carmelo, ricco di simbolismo spirituale e di memorie legate al profeta Elia. Il cammino pellegrinante verso i luoghi della Redenzione ha marcato l’esperienza di Dio e la spiritualità che formano la eredità più preziosa che il Carmelo tiene viva nel Popolo di Dio.
Più volte in questi ultimi anni ho voluto invitare i fedeli e le persone di buona volontà a volgere con speranza, ma anche con rinnovata fedeltà, lo sguardo al terzo millennio dell’era di Cristo. Ultimamente con l’anno mariano tutta la Chiesa è stata chiamata a prepararsi con Maria a questo evento che “apre come una nuova prospettiva” (Redemptoris Mater, 49) alla umanità intera sotto il segno di Cristo, redentore dell’uomo.
2. Sono contento che l’Ordine Carmelitano ha voluto rispondere a queste esortazioni scegliendo come tema focale del capitolo generale: “Carmelo 2000: Eredità, Profezia e Sfida. Elia, che fai tu qui?” (cf. 1 Re 19, 13). La situazione attuale del mondo manifesta le trasformazioni che fondano speranze valide per un futuro migliore per tutti quanti, però rivela anche molteplici minacce finora sconosciute (Dives in Misericordia, 2). La famiglia carmelitana, insieme con tutta la Chiesa, deve avere la fortezza di venire incontro a questo futuro con coraggio.
Questo tema del vostro capitolo generale è destinato a sollecitare una maggiore consapevolezza del dono prezioso della spiritualità carmelitana e a prendere coscienza in modo sempre più avvertito della stima di cui il carisma carmelitano gode nella Chiesa. Esso infatti è un dono dello Spirito alla Chiesa, che contribuisce ad edificarla con la secolare esperienza di interiorità, di contemplazione, di fraternità e di servizio profetico.
3. L’eredità dell’ordine è legata alla prima chiamata sul monte Carmelo degli eremiti che si davano alla contemplazione e alla solitudine; essa ricorda come l’ordine si è messo al servizio della Chiesa e del Vangelo; ha testimoniato attraverso i secoli i valori della vita religiosa, imitando il profeta Elia, e Maria, splendore e madre del Carmelo, ascoltatrice attenta della Parola di Dio, solidale con il popolo dell’alleanza e con la sofferenza degli oppressi di ogni genere.
La profezia del carisma dell’ordine si rifà ad Elia, appassionato assertore della presenza viva di Dio nella storia e negli eventi. I carmelitani, gli unici nell’Occidente che celebrano la festa e il messaggio di Elia, sono chiamati ad essere profeti e testimoni nella “notte oscura” dello spirito che la nostra società sta vivendo. L’esempio zelante di Elia deve risvegliare in tutta la famiglia carmelitana uno sguardo vigile di fede profonda, sulla situazione attuale dell’uomo di oggi e sulle minacce che ne avvelenano l’ambiente e le radici stesse della vita: il suo rapporto con Dio, il senso della vita, del lavoro, della giustizia e della oppressione, della dignità autentica di ogni vivente.
La sfida poi rivolta all’Ordine del Carmelo nel suo viaggio verso l’anno 2000 è la stessa che è di fronte a tutta la Chiesa: di offrire al mondo secolarizzato il volto di Cristo come fonte di speranza e di dignità. È una sfida di fede che lancia tutta la Chiesa verso un futuro sconosciuto, ma certamente pieno di potenzialità e ottimismo per il Regno di Dio. Il Carmelo deve portare il proprio contributo, camminando in compagnia di ogni uomo e donna, verso le sfide che, in dimensioni ormai cosmiche, l’umanità si trova ad affrontare.
4. So che questo capitolo generale ha lavorato in un clima di speranza e di fiducia verso il futuro, tenendo però sempre presente la tradizione antica dell’ordine. Con questo spirito avete voluto ristrutturare il vostro governo centrale, senza tradire il patrimonio peculiare della vostra spiritualità, ma anzi, per renderlo sempre più rispondente alle esigenze del servizio di tutto l’ordine. In questo modo avete preso considerazione delle varie divisioni del mondo attuale (cf. Sollicitudo Rei Socialis, 20) e avete voluto dare maggior attenzione alle zone emergenti del mondo (cf. Pauli VI, Populorum Progressio), ai problemi inerenti ad una vera evangelizzazione, alla vostra opzione preferenziale per i poveri di ogni nazione e al vostro impegno per la giustizia e la pace nel mondo. La dimensione internazionale del vostro ordine vi arricchisce e vi fa tener presente anche l’aspetto della famiglia carmelitana allargata e l’importanza dei laici che condividono il vostro carisma.
È su questo scenario universale che deve aprirsi la già ricca tradizione di spiritualità del Carmelo che si sente profondamente coinvolto in questa sfida che il mondo attuale pone alla missione evangelizzatrice della Chiesa.
5. Durante questo capitolo generale avete voluto non solo rivedere la vostra legislazione e scegliere un governo centrale secondo le strutture rinnovate, ma avete voluto anche programmare le linee operative del prossimo sessennio, valutando precisamente i criteri di azione e identificando i problemi più gravi e urgenti. Lo stesso tema del capitolo dovrebbe suscitare stimolo e speranza nei cuori. Il capitolo generale è una celebrazione della vostra fraternità internazionale; un incontro con la realtà esistenziale dell’ordine con i suoi limiti e i suoi pregi. Perciò alla fine del capitolo generale, con tutti i piani fatti, tutti devono sentirsi ispirati ed incoraggiati a camminare con Cristo, accompagnati da Maria ed Elia verso il terzo millennio, verso quel futuro del quale solo Gesù è Signore!
A questo scopo vi imparto la benedizione apostolica, che estendo a tutti i membri del vostro ordine.
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