VISITA PASTORALE A MALTA
INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I SACERDOTI E I RELIGIOSI
NELLA CON-CATTEDRALE DI SAN GIOVANNI BATTISTA
La Valletta (Malta) - Venerdì, 25 maggio 1990
Cari fratelli e sorelle,
1. “La pace sia con voi”. Questo è il mio saluto e il fervente augurio per voi e per tutta la popolazione di Malta. “Pace ai fratelli e carità e fede da parte di Dio Padre e del Signore Gesù” (Ef 6, 23).
È giusto che le mie prime parole di questa visita a Malta siano pronunciate qui, nella magnifica Con-cattedrale di San Giovanni un testimone eloquente di una parte della vostra storia che ha fatto conoscere il vostro nome in tutto il mondo. Come chiamato al ministero universale del servizio nella Chiesa, gioisco dell’opportunità di visitare l’isola di Malta, l’isola della predicazione di S. Paolo, un’isola di fede, di eroismo e devozione. Oggi io condivido il sentimento di Paolo quando scrisse: “Così affezionati a voi, avremmo desiderato di darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari” (1 Ts 2, 8).
Guidato dalla Divina Provvidenza, sono venuto qui per confermare l’antica fede che l’Apostolo delle Nazioni ha portato qui agli albori della cristianità. Vengo anche come pellegrino, per sperimentare personalmente la vitalità delle vostre Chiese locali, per rendere omaggio alle conquiste presenti e passate di tutti quelli che hanno risposto generosamente al Vangelo e che hanno portato avanti opere di fede, speranza e amore per la Gloria di Dio e per la salvezza del mondo. E mentre la Chiesa in Malta attende il Terzo Millennio, desidero offrire incoraggiamento e speranza per un futuro ancora più glorioso.
2. Cari amici nel Signore: la fede cattolica è cresciuta e fiorita qui grazie a uomini e donne generosi che in ogni tempo hanno messo la loro vita al servizio di Cristo e della sua Chiesa. “Non per forza ma volentieri, non per vile interesse, ma di buon animo, non spadroneggiando... ma facendovi modelli del gregge” (1 Pt 5, 2-3). Sono felice che il mio primo incontro sia con voi, sacerdoti e religiosi, perché occupate un posto insostituibile nella costruzione della Chiesa cosicché tutti i membri del gregge di Cristo, dal più grande al più piccolo, possano raggiungere la santità della vita che conduce alla salvezza.
Sono ben consapevole che la Chiesa a Malta è chiamata ad esercitare la sua missione pastorale in una situazione sociale e culturale che sotto certi aspetti presenta delle difficoltà. In questo contesto è chiaro che la Chiesa dev’essere soprattutto “la casa di Dio” (cf. 1 Tm 3, 15) nella quale la sua famiglia dimora (cf. Lumen gentium, 6) e dove i membri della famiglia, godendo della giusta libertà di Figli di Dio (cf. Rm 8, 21) sono uniti nei legami di fede e di amore: “ubi caritas et amor, Deus ibi est”. Vorrei incoraggiarvi sotto la guida del vostro Vescovo, a proseguire lungo il sentiero di un rinnovamento profondo ed autentico che lo Spirito Santo, attraverso il Concilio Vaticano II, ha segnato per tutto il popolo di Dio.
Inoltre non si può negare che oggi il vostro Paese deve affrontare nuovi problemi sempre crescenti. Le vostre venerabili tradizioni e la vostra società sono soggette alle lusinghe di una cultura secolarizzata che ha già inglobato gran parte del mondo. Come uomini e donne, le cui vocazioni non hanno significato lontano da Dio e dalle sue promesse, non dovete avere paura. È attraverso la perseveranza e la fedeltà di fronte alle sfide e alle prove che la potenza di Dio splende attraverso la debolezza umana. Mai sottovalutare l’azione nascosta dello Spirito Santo all’opera nei cuori umani per mettere in atto la trasformazione, la metànoia, che è nel cuore del messaggio evangelico (cf. Mc 1, 15). Vi esorto a rimanere legati alla vostra forte fede che è la vostra eredità cattolica come figli di Malta, cosicché le potenti azioni di Dio possano continuare a manifestarsi qui, ora e in futuro.
Malta è stata benedetta con molte vocazioni ed è stata molto generosa nel mandare sacerdoti e religiosi all’estero, con grande gioia e gratitudine delle Comunità Cattoliche in tutto il mondo. Ma c’è anche bisogno di vigilare sul futuro. Non abbiate paura di chiedere molto ai giovani, di sfidarli con la chiamata al servizio e a un modo di vita basato sulle radicali esigenze del Vangelo. Affinché il vostro appello sia efficace, dovete comunicarlo non solo a parole, ma anche con un esempio che dimostri che siete impegnati, zelanti e pieni di gioia al servizio del Signore.
3. A tutti i sacerdoti di Malta affido le parole di S. Pietro “pascete il gregge di Dio che vi è affidato... E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria” (1 Pt 5, 2-4). Può esserci un onore maggiore di questo: che Cristo ha chiamato ognuno di voi per nome a condividere il suo ministero e vi ha affidato una parte del suo gregge? Può esserci incoraggiamento maggiore di questo: servire, lavorare e anche soffrire con Cristo, in modo che insieme a tutti i fedeli possiate partecipare alla gloria che deve essere rivelata? Sì, cari fratelli, è insieme al ministero e alla gloria che il Pastore supremo vi ha chiamati come sacerdoti.
Che grande grazia è il fatto che il vostro ministero a Malta è contraddistinto da una genuina vicinanza al vostro popolo! Mentre lavorate e vivete in mezzo ad esso, imitando Cristo che è venuto “non per essere servito, ma per servire” (Mt 20, 28), sforzatevi sempre di sviluppare un cuore sacerdotale, che trascina il popolo verso il bene ultimo, eterno, alle “cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio” (Col 3, 1). Siate aperti ad ognuno, con rispetto e sollecitudine genuina e fraterna. Nella vostra attività pastorale “non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo” (Gc 2, 1). Ogni uomo e donna che bussa alla vostra porta, indipendentemente dalla condizione socio-economica o dall’idea politica, dovrebbe riconoscere nelle vostre parole e nelle vostre azioni la piena verità di Dio, offerta con amore e comprensione. Come “scelto fra gli uomini” (cf. Eb 5, 1) e “per annunziare il vangelo di Dio” (cf. Rm 1, 1) che ha la speciale responsabilità di esprimere quella “compassione” che Gesù ha mostrato per tutti intorno a Lui (cf. Mt 9, 36).
Sapete che il vostro ministero di sacerdoti non può mai essere vissuto come un affare privato, il “presbyterium” dovrebbe riflettere chiaramente la comunione che è la vera natura della Chiesa, l’unico Corpo di Cristo (cf. 1 Cor 12, 12).
Il Decreto Conciliare sul ministero e la vita sacerdotale parla di “intima fraternità sacramentale” che unisce i sacerdoti come membra di un unico corpo sotto il Vescovo diocesano, “con il vincolo della carità, della preghiera e di ogni specie di collaborazione” (Presbyterorum ordinis, 8). La carità è richiesta per mettere in pratica fra i nostri fratelli lo stesso comandamento dell’amore che predichiamo agli altri; un vincolo di preghiera affinché nessun sacerdote sia spiritualmente isolato nell’adempimento del suo ministero; la cooperazione perché, come lo stesso Decreto ci dice “Nessun presbitero è quindi in condizione di realizzare a fondo la propria missione se agisce da solo e per proprio conto, sotto la guida di coloro che governano la Chiesa” (Ivi, 7). Vi esorto soprattutto ad essere modelli di unità e di armonia, cosicché il gregge a voi affidato possa trarre ispirazione per vivere in pace e lavorare unito come in una sola famiglia.
Alla vigilia del Sinodo dei Vescovi che sarà dedicato al tema della formazione sacerdotale, non posso tralasciare di dire qualcosa sulla vostra formazione permanente come sacerdoti. Per crescere come Pastori vorrete coltivare una sempre più profonda comprensione della Scrittura e delle Scienze sacre. Come uomini di Dio vorrete anche crescere in grazia attraverso la preghiera personale e gli esercizi spirituali, perché è solo attraverso la ricerca dell’intimità con Dio e della santità che la nostra conoscenza e le nostre abilità daranno frutti duraturi nel servizio del Popolo di Dio. Chiedo le vostre preghiere per il lavoro del Sinodo e per i seminaristi e sacerdoti di ogni paese, cosicché la Chiesa possa continuare ad essere benedetta con un clero zelante e meritevole mentre cerca di predicare il Vangelo nel mondo di oggi.
Infine, desidero incoraggiarvi a riconoscere e a portare avanti il ruolo particolare del laicato nella vita della Chiesa, in accordo con gli insegnamenti del Concilio che sono stati ulteriormente sviluppati nella Esortazione Apostolica Christifideles laici. C’è una complementarità fra il ruolo dei sacerdoti e quello del laicato. Qualunque sia il vostro lavoro di sacerdoti a Malta oggi, vorrete aumentare e rafforzare la cooperazione che esiste fra voi e i laici, cosicché ogni membro della Chiesa possa dare il suo giusto contributo al benessere materiale e spirituale di tutti. Questo include i vari Istituti laici, Associazioni e Movimenti, con il loro specifico contributo alla presenza e alla missione della Chiesa nella società.
Miei cari fratelli nel sacerdozio, siate sempre consci del compito ecclesiale che vi spetta in Cristo: i presbiteri “raccolgono la famiglia di Dio, come una fraternità animata dallo spirito d’unità, e per mezzo di Cristo nello Spirito la portano a Dio Padre” (Lumen gentium, 28). Possa il Signore concedervi perseveranza nel vostro “primo entusiasmo” cosicché tutto il Popolo di Dio a Malta possa beneficiare della vostra guida e del vostro primato spirituale, per un approfondimento della vita cristiana e un rinnovamento radicale della società.
4. Cari religiosi e religiose: come ho già detto in molte occasioni, il vostro più grande dono alla Chiesa e al mondo consiste soprattutto in quello che siete.
La vostra consacrazione è un potente segno che in Cristo l’umanità è chiamata ad essere una nuova creazione, a vivere non più “nella carne”, ma “nello spirito” (Rm 8, 9). Abbracciando liberamente e con gioia la castità, la povertà e l’obbedienza per la salvezza del Regno, siate testimoni del vero “stile” di vita che il Figlio di Dio scelse per se stesso, venendo al mondo.
Quanto bisogno ha oggi il mondo della fede che rende possibile la vostra consacrazione, la fede che la Lettera agli Ebrei definisce “fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono” (Eb 11, 1). La vita moderna rende facile all’uomo dimenticarsi di Dio, crearsi idoli e piaceri, beni materiali e l’esercizio del potere, nessuno dei quali può dare felicità duratura o un vero significato alla vita. Voi che vi siete votati ai consigli evangelici, testimoniate quanto questo sia imperituro (cf. 1 Cor 15, 50-53).
Voi mostrate al mondo che questo avviene “perdendo la propria vita” (cf. Mt 16, 25) che uno “la trova” in abbondanza, sia ora, sia nel mondo che verrà. Voi date espressione alla vocazione trascendente dell’umanità, che può solo essere raggiunta percorrendo la strada della Croce, in compagnia di Cristo.
Questo è un lavoro che dura tutta la vita che implica morire e risorgere costantemente con Cristo, mentre cercate di essere “perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5, 48). Mentre percorrete questa strada non stancatevi e non scoraggiatevi. Ricordatevi che Dio è fedele, avendovi chiamati alla vita religiosa, non mancherà di aiutarvi in ogni necessità perché perseveriate e cresciate in queste richieste.
A Malta, dove religiosi e religiose hanno dato un magnifico contributo alla evangelizzazione nei secoli, è mia speranza che mentre rimanete saldi nel carisma proprio di ogni Istituto, costruirete attivamente e coscientemente la Chiesa locale, attraverso l’esercizio dei vostri vari apostolati. Vi esorto a sviluppare al massimo la cooperazione, cosicché ogni Chiesa locale possa essere veramente una intorno al suo Vescovo, nella ricca diversità della sua vita e del suo lavoro ed essere secondo il motto scelto per questa visita un cuore solo con il Papa!
Desidero rivolgere una speciale parola a coloro che sono stati chiamati alla vita contemplativa. La vostra costante preghiera e sacrificio è il cuore dell’amore della Chiesa. Questo cuore batte non visto, ma incessantemente, per la redenzione dei peccatori, per la santificazione dei giusti, per la diffusione del Vangelo. Nel seguire le vie di Cristo che non sono sempre conformi al modo di pensare dell’uomo, il vostro ritiro dalle cose di questo mondo aumenta, anziché diminuire, la vostra influenza su di esse e diventa una fonte di benedizioni illimitate per tutta la famiglia umana. Attraverso l’abbondanza di frutti apostolici nascosti che la realtà della vostra consacrazione porta al Corpo mistico di Cristo (cf. Perfectae caritatis, 7), la vostra vita silenziosa e claustrale ha un profondo effetto sulla “città terrena” le cui fondamenta devono essere poste “nel Signore” per paura di coloro che costruiscono la loro fatica invano (cf. Lumen gentium, 46). Possa Dio garantire alla Chiesa di Malta molte più vocazioni alla vita contemplativa e possa conservare ognuno di voi nella pace e nella gioia.
5. A ogni sacerdote, fratello e sorella presente qui oggi e a tutto il clero e ai religiosi di Malta desidero esprimere la gratitudine della Chiesa per il vostro servizio al Vangelo.
Come San Paolo che molto tempo fa portò la fede cristiana in questi luoghi, “anche per questo preghiamo di continuo per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene e l’opera della vostra fede; perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù Cristo in voi e voi in lui” (2 Ts 1, 11-12).
A tutti imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.
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