DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALL'UNIONE CRISTIANA IMPRENDITORI DIRIGENTI (UCID)
NEL CENTENARIO DELLA «RERUM NOVARUM»
Venerdì, 12 aprile 1991
Signori e Signore, cari amici,
1. Sono lieto di incontrarvi, gentili rappresentanti dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID), convenuti a Roma da diverse regioni d’Italia, per tenere il vostro Convegno Nazionale, nel contesto delle celebrazioni per il centenario dell’Enciclica Rerum novarum di Leone XIII il cui insegnamento, che si colloca alla fine del secolo scorso in un’epoca per più di un aspetto simile alla nostra, può ben essere definito profetico.
Vi ringrazio per la vostra visita e porgo a tutti un cordiale benvenuto. La vostra Associazione, ispirandosi ai perenni valori evangelici, intende promuovere negli ambienti dell’industria e del lavoro un clima di reale solidarietà sì da stimolare una efficace e giusta collaborazione fra tutti coloro che partecipano al processo produttivo. Diffondendo ed attuando i principi della Dottrina sociale della Chiesa voi tendete a tradurre nella pratica la concezione cristiana del lavoro. Vi incoraggio vivamente ad operare sempre con competenza e responsabilità. Ringrazio di cuore il Presidente dell’Associazione che mi ha espresso poco fa i comuni sentimenti e si è fatto interprete delle vostre aspirazioni e dei vostri intendimenti.
2. L’Enciclica Rerum novarum ha affrontato con chiarezza la “condizione degli operai” che a quell’epoca, com’è noto, era assai precaria, priva non di rado di tutela legale e giuridica ed aperta a perniciose forme di sfruttamento e di sopruso.
I tempi sono fortunatamente cambiati. L’evoluzione sociale ha toccato anche il mondo del lavoro e l’imprenditoria appare oggi più sensibile alle giuste esigenze dei lavoratori superando la mentalità allora dominante del profitto assoluto ed illimitato. Voi siete imprenditori e imprenditori cattolici. Il vostro atteggiamento nei confronti della condizione operaia all’interno delle vostre aziende non può che ispirarsi al Magistero sociale della Chiesa.
3. Alla luce della Dottrina sociale cristiana l’impresa viene vista oggi come una “comunità di persone” che collaborano in vista di un servizio da offrire alla società.
Si tratta certo di un’entità produttiva il cui impianto e il cui sviluppo debbono fare i conti con le complesse regole dell’economia. Di questo voi siete consapevoli come del resto vi sono ben note le esigenze, anzi, talora le urgenze, che essa ha di investimenti, di rinnovamento tecnologico, di continuo raccordo con le agenzie finanziarie.
Voi siete chiamati a rispondere del vostro operato agli azionisti, agli impiegati ed operai, ed, in certo senso, all’intera società. Un dirigente, un manager, un amministratore delegato, deve essere dotato di alta preparazione tecnica ed amministrativa. Da lui si esigono attitudini naturali e qualità professionali di grande profilo. Si richiedono, in realtà, delle autentiche virtù umane e spirituali.
4. In effetti, anche se l’azienda è un’entità economica, anzi uno dei meccanismi essenziali per la prosperità di un Paese, essa non può ridursi soltanto a questo. In quanto comunità di persone è fondamentalmente una struttura umana che deve animare la propria attività ed orientare il suo impegno economico e tecnico ai valori etici e morali della giustizia e della solidarietà sociale.
Anzitutto la giustizia. Giustizia nei confronti dei propri collaboratori, e nei confronti della società a cui vanno offerti beni e servizi che le possono risultare di vera utilità, secondo una gerarchia di priorità, essa stessa illuminata da criteri di ordine morale.
Accanto alla giustizia, la solidarietà sociale, che spinge gli operatori economici a non considerare l’azienda come una risorsa illimitata da sfruttare a proprio beneficio. La solidarietà, inoltre, non si limita all’orizzonte immediato in cui la struttura aziendale è inserita. È piuttosto un richiamo costante ad una visione più ampia attesa l’interdipendenza che oggi caratterizza e definisce i rapporti umani, ed in particolare quelli economici (Ioannis Pauli PP. II, Sollicitudo rei socialis, 38). Molto opportunamente il convegno che state celebrando presta grande interesse a tali aspetti e problematiche.
La Giustizia e la solidarietà invitano a ben ponderare l’utilizzo delle risorse naturali e impegnano ad una responsabile salvaguardia dell’ambiente ecologico. È necessario, infatti, che in nome appunto della giustizia e della solidarietà si tenga conto con rigore della qualità dell’habitat e della vita, sia all’esterno come all’interno di ogni struttura produttiva.
5. Sono, questi, rilievi e osservazioni sui quali, soprattutto come imprenditori cattolici, avete sovente l’opportunità di riflettere. Voi dovete prendere spesso decisioni che determinano l’andamento economico e quindi anche morale e solidale delle aziende. Oltre, perciò, alle capacità manageriali e specificamente imprenditoriali, vi è necessaria una coscienza profonda della vostra funzione, illuminata dai supremi valori che devono guidare l’attività professionale del cristiano.
Il compito a voi affidato non è certamente facile e molte sono le difficoltà che possono ostacolarlo seriamente. Non dimenticate, tuttavia, che la grazia del Signore è con voi se con fedeltà e perseveranza cercate di camminare sulla strada tracciata dal Vangelo. Per questo avete bisogno di far ricorso ogni giorno al suo aiuto nella preghiera e nell’ascolto della sua Parola. Avete bisogno di consolidare sempre più la vostra conoscenza dei principi sociali cristiani. La chiamata alla santità è anche per voi, che, come parte viva del Popolo di Dio, avete ricevuto “un messaggio di salvezza da proporre a tutti” (Gaudium et spes, 1).
In quest’anno Centenario della Rerum novarum, anno della Dottrina sociale della Chiesa, vi esorto, pertanto, ad approfondire la vostra missione di imprenditori cristiani, allo scopo di far risplendere nel complesso mondo della vita economica le virtù umane e cristiane che lo rendono rispettoso della dignità dell’uomo e aperto alla mutua solidarietà.
Invocando la protezione divina sulle vostre famiglie, sulle vostre aziende e su quanti vi lavorano, imparto di cuore a tutti voi la benedizione apostolica.
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