DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE
DELL'ORDINE DEI CARMELITANI SCALZI
Lunedì, 22 aprile 1991
Carissimi fratelli,
1. Con gioia incontro quest’oggi voi, Figli spirituali di Santa Teresa di Gesù e di San Giovanni della Croce, a conclusione del vostro Capitolo Generale. Un cordiale benvenuto a ciascuno di voi, che provenite da varie Nazioni dei cinque Continenti e rappresentate l’intero Ordine dei Carmelitani Scalzi al quale intendo far pervenire il mio affettuoso saluto.
Rivolgo il mio pensiero, in modo particolare, a Padre Felipe Sáinz de Baranda che dopo 12 anni lascia l’importante incarico di Preposito Generale ed indirizzo un fraterno augurio al suo successore, il Padre Camillo Maccise, e ai Membri del rinnovato Consiglio Generale. Desidero, inoltre esprimere il mio compiacimento per il bene che la vostra vasta e qualificata Famiglia religiosa compie nella Chiesa e nel mondo.
2. Durante il Capitolo appena terminato, voi avete cercato di riflettere su un tema quanto mai attuale e stimolante: “Il Carmelo teresiano e la nuova evangelizzazione”.
Come ricorderete, nella Lettera apostolica che ho indirizzato alla vostra Famiglia religiosa in occasione del quarto centenario della morte di San Giovanni della Croce, sottolineavo la necessità di dar nuovo vigore alla fede per “portare avanti una nuova evangelizzazione a partire dalla rievangelizzazione dei credenti, aprendosi sempre più all’insegnamento e alla luce di Cristo” (Giovanni Paolo II, Maestro en la Fe, 39). Gesù rappresenta il fulcro della contemplazione e del servizio tipici della spiritualità di Santa Teresa di Gesù e di San Giovanni della Croce e degli altri grandi Maestri della vostra tradizione carmelitana.
3. È a Dio e a Lui soltanto che dovete tendere, fratelli carissimi, con agilità e libertà di cuore proprie di chi ama l’Altissimo al di sopra di tutto e di tutti e corre verso l’essenziale con decisione e linearità. Rinunciate a tutto per donare tutto. Scoprirete il “nulla” della creatura e il “tutto” di Dio in un abbandono totale e progressivo alla volontà del Signore. Seguendo i vostri Maestri spirituali camminerete verso il monte della santità assetati dell’unica “cosa di cui c’è bisogno” (Lc 10, 41), desiderosi dell’Assoluto, saldi nella fede e con lo spirito aperto agli sconfinati orizzonti dell’Amore di Cristo. Il vostro sarà, certamente, un cammino di gioia e di santità, una testimonianza di purezza e di autentica perfezione interiore E voi sarete guide di ascesi e di santità e condurrete le anime alla contemplazione e al possesso di Dio.
4. Siate fedeli ai vostri Fondatori! Una sempre maggiore e più convinta fedeltà al carisma del vostro Ordine è l’augurio che di cuore formulo a tutti voi. Questo è anche il particolare servizio che la Chiesa vi domanda ed attende da voi. Se camminerete costantemente nel solco della più autentica tradizione carmelitana, sarete in grado di far fronte senza troppa difficoltà alle esigenze di questo particolare momento storico.
Amate la Chiesa sempre e al di sopra di tutto: essere “Carmelitano Scalzo” significa amare teneramente la Chiesa, per essa pregare e con essa annunciare il Vangelo ad ogni creatura.
Fin dall’inizio del mio Pontificato ho a più riprese ribadito che la nuova evangelizzazione deve essere caratterizzata da un ardore rinnovato, cioè da una profonda spiritualità e da un inedito slancio interiore. E voi comprendete come per ottenere frutti autentici di rinnovamento apostolico sia necessaria, anche per voi, la fedeltà ai valori del vostro carisma. Nella mia recente Lettera apostolica mi permettevo di ricordarne alcuni: “L’austerità, l’intimità con Dio, la preghiera intensa, la fraternità evangelica, la promozione della preghiera e della perfezione cristiana, mediante la predicazione e la direzione spirituale, come specifico vostro apostolato nella Chiesa” (Giovanni Paolo II, Maestro en la Fe, 19).
5. Il mondo ha oggi bisogno di veri testimoni di Dio. Ed il vostro Ordine, proseguendo nell’impegno sinora profuso al servizio dell’Annuncio cristiano, trova nella Chiesa un grande spazio di vita e di azione per la nuova evangelizzazione. Si tratta di rendere presente la Carità di Dio fra gli uomini del nostro tempo aiutandoli a riscoprirla negli avvenimenti della storia e nei fatti di vita quotidiana. Aiutandoli soprattutto ad amare Dio al di sopra di ogni creatura.
A partire da questa esperienza, come il Santo mistico di Fontiveros, al quale lungo tutto quest’anno sovente vi riferite, potrete annunciare il Dio che è luce (1 Gv 1, 6) e che dà senso alla storia: il Dio vivente che tutti impegna nella giustizia, nella difesa della vita, nella ricerca della pace e nel rispetto dell’armonia del creato.
6. Fratelli carissimi, la Chiesa vi incoraggia ad una sempre più decisa volontà di servire Cristo.
Perseverate nell’autentica ricerca della volontà di Dio! Siate per i vostri contemporanei segni vivi della luce soprannaturale che è sorgente di speranza e di amore. Non cedete mai alla tentazione dello scoraggiamento né permettete che l’odierna cultura consumistica vi influenzi nelle vostre scelte di vita consacrata.
Invoco, per questo, su ciascuno di voi la protezione della Beata Vergine del Carmelo, vostra augusta protettrice. A Lei affido i vostri propositi e le decisioni del Capitolo Generale.
Con tali sentimenti, imparto a voi ed a tutti i vostri confratelli l’apostolica benedizione.
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