DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA PLENARIA
DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI
Venerdì, 20 marzo 1992
Cari fratelli vescovi,
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
1. L’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali è la felice occasione del nostro incontro. Sono lieto di porgervi il mio benvenuto e vi ringrazio per aver messo la vostra competenza professionale al servizio della Santa Sede. Grazie ai vostri sforzi, questa settimana è stata pubblicata la nuova Istruzione pastorale sulle comunicazioni sociali, Aetatis novae, che - come speriamo - è destinata ad assicurare una presenza più efficace della Chiesa nei mezzi di comunicazione di massa. La nuova Istruzione intende completare, ma non sostituire, la basilare Istruzione pastorale Communio et progressio, pubblicata venti anni fa in risposta alla richiesta del Concilio Vaticano II nel suo Decreto Inter mirifica. Aetatis novae è il risultato di lunghe preparazioni, iniziate con una indagine, a livello mondiale, delle Conferenze Episcopali e degli addetti cattolici alle comunicazioni. Essa offre una riflessione matura e comprensiva da parte della Chiesa sui problemi e sulle opportunità nel campo delle comunicazioni agli albori di una nuova era, la fine di un millennio e l’inizio di un altro, resa ancor più significativa dai profondi mutamenti che si stanno attualmente verificando nella storia dei popoli e delle nazioni del mondo. Il nuovo Documento invita le Diocesi e le Conferenze Episcopali a sostenere attivamente un piano pastorale per le comunicazioni sociali. Indica che, poiché ogni opera della Chiesa intende comunicare la verità e l’amore di Gesù Cristo, non solo ci dovrebbe essere un piano pastorale per le comunicazioni, ma le comunicazioni dovrebbero far parte di ogni piano pastorale. In un’epoca così fortemente caratterizzata dai mezzi di comunicazione, è fondamentale, per tutti coloro che sono impegnati nell’apostolato, abituarsi a incorporare strategie di comunicazione nelle loro pianificazioni pastorali. Questo nuovo documento offre le direttive per l’introduzione, in questi programmi, dei principi di Inter mirifica e di Communio et progressio.
2. Aetatis novae è senza dubbio opportuna nella particolare situazione del mondo di oggi. Profondi mutamenti politici nell’Europa Centrale e Orientale hanno offerto nuove occasioni per portare la parola di Dio a persone costrette a non ascoltarla da decenni di oppressione atea. Nell’Europa Occidentale esiste già una lunga esperienza di presenza cattolica nelle comunicazioni e le occasioni di collaborazione ecumenica e interreligiosa aumentano costantemente. Al tempo stesso, occorre dedicare attenzione alla presentazione di programmi che mostrino il volto autentico della vita e della dottrina cattolica, mentre bisogna esaminare accuratamente i nuovi sviluppi in seno alle politiche della comunicazione. In Asia e Oceania, la tecnologia del satellite ha letteralmente aperto nuove finestre sul mondo, mettendo in contatto milioni di esseri umani con tutto ciò che è buono, ma anche con tutto ciò che è ambiguo o perfino dannoso nei mezzi di comunicazione. Per quanto riguarda l’Africa, le direttive o “lineamenta”, già pubblicate per la prossima Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Africa, contengono ottimi principi per l’utilizzo dei mezzi di comunicazione in quel continente, non solo per una più diffusa proclamazione del Vangelo, ma anche per un più efficace sviluppo sociale, economico e autenticamente umano. Inoltre, quest’anno è il 500 anniversario della evangelizzazione del Nuovo Mondo. Il messaggio cristiano è stato il dono più prezioso che i primi esploratori e i primi missionari hanno portato nel continente recentemente scoperto, e un’adesione fedele ai principi cristiani da parte di tutti i cattolici delle Americhe sarebbe il modo più appropriato per esprimere la gratitudine per quel dono. L’uso creativo dei “media” è essenziale non solo per un più profondo apprezzamento della fede fra quanti già la professano, ma anche per una efficace presentazione e spiegazione del Vangelo a coloro che cercano di comprendere meglio la fede delle loro sorelle e dei loro fratelli cattolici, e, forse, tentano perfino di accettarla. Usati correttamente, i mezzi di comunicazione - nel Nuovo e nel Vecchio Mondo - possono essere strumenti potenti di giustizia e di pace. Possono essere impiegati per promuovere il rispetto dei diritti umani di tutte le persone - dei ricchi e dei poveri, dei giovani e degli anziani, dei sani e dei malati, dei potenti e di quanti sono privi di potere - e per ricordare agli individui le loro responsabilità verso Dio e verso il prossimo.
3. È estremamente appropriato considerare come si possa insegnare a tutte le persone, ma, in special modo, ai seguaci di Cristo, ad essere utenti intelligenti dei mezzi di comunicazione, ad essere capaci di distinguere il vero dal falso, l’utile dal dannoso, l’arricchimento dalla degradazione. È altrettanto appropriato considerare come poter educare i giovani ad essere operatori efficaci nell’ambito dei mezzi di comunicazione, non soltanto con la conoscenza tecnica, ma anche con quella competenza spirituale e intellettuale che assicura sia una presentazione professionale che un contenuto degno. Nel mio Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali di questo anno, ho sollecitato i cattolici ad essere più zelanti nell’uso dei “media” per la proclamazione del Vangelo. Per secoli la Chiesa ha patrocinato artisti che hanno prodotto opere d’arte nella letteratura, nella pittura, nella scultura e nell’architettura per rispecchiare la gloria di Dio e arricchire il patrimonio della civiltà. Molti degli artisti che oggi forgiano gli ideali e i valori del mondo lavorano nei mezzi di comunicazione. La Chiesa deve comprenderli e incoraggiarli, ma deve anche sollecitarli a esprimere ideali elevati e a presentare temi ispiratori, capaci di trasmettere il messaggio cristiano di liberazione e di speranza per sopportare i timori e le ansie di molte donne e di molti uomini contemporanei, e capaci di accrescere, nelle persone, la consapevolezza dei principi morali su cui si deve costruire la vita. È importante che gli operatori dei mezzi di comunicazione siano uomini e donne integri e di sani principi morali: uomini e donne degni del rispetto e della fiducia, che sono ad essi attribuiti. In breve, il mondo dovrebbe essere arricchito dalla loro capacità e dalla loro abilità artistica, ma anche dalla loro bontà.
4. Questi e altri argomenti sono stati oggetto delle vostre riflessioni nei giorni della vostra Assemblea e continueranno a occuparvi nel futuro. Con la preghiera che le vostre opere nei e per i mezzi di comunicazione contribuiscano alla diffusione del Vangelo e alla promozione dell’unità, della giustizia e della pace, invoco Dio perché elargisca doni in abbondanza a voi e ai vostri cari.
Con la mia benedizione apostolica.
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