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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALLA RIUNIONE
DELLE RIVISTE DEL GRUPPO «COMMUNIO»

Venerdì, 29 maggio 1992

 

Signor Cardinale,
Cari amici,

Ringrazio il Signor Cardinale Ratzinger di avermi fatto conoscere le riviste “Communio”, alle quali egli ha largamente contribuito. È con piacere che do il benvenuto a voi che partecipate alla riunione internazionale delle redazioni. In occasione del ventesimo anniversario della fondazione della rivista, avete voluto convocare la vostra riunione annuale a Roma. Mostrate così il vostro attaccamento al Successore di Pietro e la vostra comunione con la Chiesa universale.

L’idea del consorzio delle “Riviste cattoliche internazionali” è nata proprio qui a Roma. E noi rievochiamo con gratitudine il ricordo di due suoi promotori, eminenti teologi della cattolicità, il Cardinale Henri de Lubac e Padre Hans Urs von Balthasar.

Nell’articolo pubblicato all’inizio di ogni nuova edizione associata a “Communio”, articolo che rappresenta il programma che la rivista si propone. Padre von Balthasar aveva formulato una carta, a cui le riviste del gruppo devono ispirarsi per promuovere la comunione ecclesiale.

Per creare un’opera costruttiva, egli ricorda che l’esigenza assoluta è quella dell’amore, amore per Cristo e per la sua Chiesa, amore per l’altro con il quale bisogna solidarizzare ed entrare in comunicazione, ma senza compromessi poiché non esiste doppia verità. I fondatori della rivista, dal loro incontro intimo con il Signore, hanno saputo armonizzare cultura e fede, per annunciare il Vangelo. Hanno unito l’audacia del pensiero creativo con la più filiale e più umile fedeltà alla Chiesa e alla sua viva tradizione.

I collaboratori delle vostre riviste vivono in questo spirito di comunione nella carità su cui si edifica la Chiesa, una e diversificata, in una parola cattolica. Ecclesiastici, religiosi e laici, uomini e donne provenienti da più di quindici nazioni, voi siete un segno di questa cattolicità. Tra di voi sperimentate il dialogo per lavorare alla stessa opera. Nella comunione della stessa fede e dello stesso Signore, con il desiderio ardente di far attecchire il Vangelo nelle culture dei nostri tempi, create un confronto esigente con i vostri contemporanei attraverso un processo razionale che favorisce la scoperta del mistero divino e accompagna l’adesione alla fede che, sola, permette l’incontro personale con il Signore della Storia.

Che tale spirito di comunione sia il vostro principale pensiero! Meglio ancora, che grazie alle vostre riviste, siate un fermento di comunione e di unità in un mondo, e talvolta anche nelle comunità cristiane, segnati dalle tensioni e dalle divisioni! Come scriveva Padre von Balthasar, siate uomini e donne di un tale “amore assoluto da includere gli avversari. In esso si riconciliano, malgrado tutto, coloro che non si capiscono più e che forse non si possono più sopportare”. Il vero predicatore del Vangelo è colui il quale, per amore di Cristo e dei suoi fratelli, desidera capire razionalmente la verità cristiana e, allo stesso tempo, si prende cura di promuovere l’unità e la comprensione reciproche, piuttosto che alimentare delle polemiche, interiormente o esteriormente alla Chiesa. Con questo amore, ci dice San Giovanni, “tutti riconosceranno che siete miei discepoli” (Gv 13, 35).

È con gioia che ho appreso che sono in preparazione molte edizioni nei paesi dell’Europa centrale e orientale, recentemente liberate dal comunismo. Esse si andranno ad aggiungere all’edizione croata e a quella polacca, già antiche. Come Arcivescovo di Cracovia ho avuto occasione di favorire e di promuovere l’edizione polacca che ha contribuito alla conoscenza della fede in un paese dove la ricerca intellettuale della verità è stata ostacolata per lungo tempo. È importante, attualmente, che si crei un forte scambio tra dei cristiani che hanno vissuto l’esperienza della repressione e della persecuzione e quelli che hanno potuto esprimere liberamente la loro fede. Ciò ridarà slancio alla ricerca teologica, così come all’espressione e all’annuncio del mistero cristiano nel mondo contemporaneo. San Paolo ricordava che lo scambio di beni materiali e l’aiuto reciproco sono espressione fondamentale della carità e della comunione ecclesiale. Anche la divisione dei beni spirituali e intellettuali riflette l’amore che ci viene dal Signore.

Al termine di questo colloquio vi auguro di proseguire con lo stesso amore che è in Cristo Gesù, con la stessa esigenza spirituale e lo stesso rigore intellettuale dei Padri e dei Dottori della Chiesa. Per questo compito che vi attende, vi do di cuore la mia benedizione apostolica.

 

© Copyright 1992 - Libreria Editrice Vaticana

 



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