VISITA PASTORALE A TRENTO
INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LA CITTADINANZA IN PIAZZA DUOMO
Trento - Sabato, 29 aprile 1995
Signor Sindaco di Trento,
Signor Prefetto,
Presidente della Provincia,
Signor Ministro,
Illustri Autorità civili e religiose,
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Ringrazio Iddio che mi offre l’opportunità di rendere visita a questa vostra Città, nota e cara alla Chiesa universale, in una circostanza particolarmente significativa. Sono qui per ricordare il 450 anniversario dell’inizio del Concilio di Trento, come pure l’850 dell’ultima consacrazione della Cattedrale, cuore e centro di questa antichissima comunità cristiana, ed inoltre per elevare all’onore degli altari uno dei Pastori più insigni di questa Chiesa, il servo di Dio Giovanni Nepomuceno de Tschiderer.
Sono grato a Lei, Signor Sindaco, per il cordiale benvenuto rivoltomi a nome dell’intera popolazione. E grato sono pure al Ministro dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica, qui presente in rappresentanza del Governo italiano, come pure al Presidente della Provincia autonoma di Trento, per le cordiali e profonde parole che mi hanno indirizzato. Saluto inoltre le Autorità civili e religiose presenti come anche tutti voi, carissimi cittadini di Trento, che siete venuti ad accogliermi con tanto entusiasmo. Io pensavo che l’entusiasmo fosse privilegio del Sud. Invece qui si vede che mi sono sbagliato.
In questa splendida piazza, contornata da monumenti insigni della città e della Chiesa di Trento, so di incontrare una comunità viva, che vanta una lunga storia, ricca di eventi in ambito civile, culturale, artistico ed economico: una storia che si distende per oltre due millenni, radicata nella romana Tridentum, e già dal quarto secolo segnata da una profonda impronta cristiana, grazie alla prima evangelizzazione operata da san Vigilio e dai santi martiri d’Anaunia. La città, affidata anche nel temporale alla Chiesa nell’epoca del Sacro Romano Impero, è stata nei secoli punto d’incontro, di scambi ed anche di contrasti, a seconda degli interessi politici e della temperie culturale del momento. Trento ha avuto funzione di “ponte” e di “cerniera” tra due grandi civiltà: quella latina e quella germanica. Per questa singolare specificità ebbe l’onore di ospitare il XIX Concilio ecumenico, che da essa prese il nome e che segnò profondamente il volto e la storia della Chiesa e della cultura europea.
2. È una “terra tra i monti” quella trentina: terra splendida, ma anche aspra e un tempo avara di risorse naturali, così da divenire per i suoi abitanti scuola di laboriosità, di sobrietà, di intraprendenza; terra benedetta che nel segno della Croce, issata sulle montagne più alte, collocata sui cento e cento campanili, posta ai crocicchi delle strade e messa al posto d’onore fra le mura domestiche, ha trovato un sicuro orientamento di vita, un solido elemento di civiltà e di progresso, una forza sempre nuova per superare le mille difficoltà ricorrenti nell’arduo cammino della sua storia.
Non sono mancate, infatti, situazioni di crisi. Di particolare gravità è stata quella che, nel secolo scorso e anche nell’attuale, ha costretto molti trentini sulle vie dell’emigrazione. La loro presenza nelle nuove terre è stata caratterizzata dalla fedeltà alla religione degli avi e da instancabile laboriosità. Fra questi emigrati ricordo volentieri Paolina Visintainer, che ho avuto la gioia di proclamare Beata tre anni fa a Florianopolis in Brasile. Ricordo, inoltre, i tanti missionari, uomini e donne, che nel corso dei secoli sono partiti da qui per tutto il mondo. Tra essi è doverosa la menzione dei gesuiti Martino Martini, Antonio Ceschi di Santa Croce, Eusebio Francesco Chini. In epoca più recente, alcuni generosi “testimoni del Vangelo” hanno coronato la loro opera con l’effusione del sangue.
E come non accennare almeno a due personaggi eminenti quali Antonio Rosmini e Alcide De Gasperi, che in questa terra hanno avuto i natali?
3. La grande storia della vostra terra, carissimi Trentini, è segnata dalla fede ed è ricca di valori perenni che meritano di essere additati alle nuove generazioni come fonte di sicura ispirazione per il loro vivere: laboriosità, onestà, solidarietà, impegno di pensiero e di azione, custodia della propria identità, apertura alla collaborazione anche con mondi diversi e lontani. Qui il cristianesimo si è fatto animatore di cultura e persino elemento, in un certo senso, di sviluppo economico, come documenta il vasto movimento cooperativistico di ispirazione cristiana che, sul finire del secolo scorso e in quello attuale, mitigò le difficoltà economiche della popolazione e la orientò, con la guida di sapienti sacerdoti e laici, sulla via della solidarietà. Purtroppo il vasto e rapido trapasso culturale degli ultimi decenni insidia, anche qui, i fondamenti stessi della convivenza, attenuando la forza di quei valori di riferimento, civili e religiosi, così presenti nel vostro migliore passato.
Allora è più che mai necessario pensare ed operare per incarnare i valori intramontabili del Vangelo nella nuova realtà sociale, perché essa non sia privata della sua anima. Ognuno deve sentirsi impegnato a discernere nelle nuove proposte, nei nuovi stili di vita ciò che è valido da ciò che è illusorio, ciò che edifica l’uomo nella sua interiorità da ciò che lo sgretola e demolisce. La parola di Cristo ci ammonisce con forza: “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?” (Lc 9, 25).
In questa direzione vi state già muovendo. Molto di valido già esiste; molto è stato fatto. Occorre continuare a rinsaldare tutte le forze positive che esistono tra voi: forze vive che affondano le radici nella ultramillenaria tradizione cristiana della vostra terra.
Voglio aggiungere alcune parole in lingua tedesca.
4. Wenn ich von den Herausforderungen der gegenwärtigen Gesellschaft spreche und an die Gestaltung der Zukunft Europas denke, dann kommt mir nicht zuletzt das nachbarschaftliche Miteinander der Diözese Trient mit ihren nördlichen Nachbarn Bozen–Brixen, Innsbruck und Feldkirch in den Sinn. Es ist mir daher eine auerordentliche Freude, heute auch zahlreiche deutschsprachige Gläubige mit ihren Bischöfen begrüen zu können. Euch aus den benachbarten Regionen Italiens und Österreichs ist es in erster Linie aufgegeben, aus dem Geist des neuen Seligen Johann Nepomuk von Tschiderer den Reichtum des Euch über staatliche Grenzen hinaus verbindenden christlichen und kulturellen Erbes für eine friedliche Zukunft Europas fruchtbar zu machen.
Ecco le parole de santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.
4. Quando parlo delle sfide dell’attuale società e penso all’edificazione del futuro dell’Europa, penso anche al rapporto della diocesi di Trento con i suoi vicini settentrionali Bolzano-Bressanone, Innsbruck e Feldkirch. È per me oggi una grande gioia poter salutare numerosi fedeli di lingua tedesca insieme ai loro Vescovi. Fra le regioni limitrofe dell’Austria e dell’Italia voi avete il compito di rendere feconda la ricchezza della vostra eredità culturale e cristiana al di là dei confini statali, nello spirito del nuovo Beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer per un pacifico futuro europeo.
5. Carissimi Trentini! Siate fieri della vostra storia! L’eredità tramandata dai vostri padri vi aiuti ad affrontare coraggiosamente le sfide dell’attuale momento storico. Nel quotidiano impegno non manchi mai il lievito della fede e della speranza cristiana.
Mentre vi ringrazio per la calorosa accoglienza – costume noto ed apprezzato pure dai numerosi turisti che frequentano le vostre contrade – affido questa città e le altre comunità civiche ed ecclesiali al vostro patrono san Vigilio, al quale si aggiungerà domani il servo di Dio Giovanni Nepomuceno de Tschiderer.
Raccomando tutti voi alla Vergine Santa, di cui il novello Beato era devotissimo, e che so piamente venerata nelle vostre chiese, sui vostri monti, nelle vostre valli. Dio vi benedica e vi assicuri libertà, pace, concordia e vero progresso.
Vorrei ancora ringraziarvi dell’ospitalità che più volte mi ha dato la terra trentina sulle montagne vicine, come mi ha ricordato il Signor Presidente della Provincia. Ringraziandovi per questa ospitalità, passata e odierna, vorrei offrire a tutta la comunità trentina una Benedizione.
Dopo aver salutato le autorità presenti, il Papa si rivolge ancora alla popolazione di Trento con queste parole.
Ho salutato adesso tutto il Trentino nelle persone dei Sindaci e mi sono così introdotto in tutte le comunità del vostro paese, della vostra regione. Vi ringrazio della vostra pazienza.
Vorrei domandare ancora se c’è qualche Focolarino in questa Piazza, perché da qui proviene la fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich.
Vi ringrazio per tutto il bene che il Trentino ha dato all’Italia, all’Europa, al mondo. Vi auguro adesso una cena, non direi lussuosa ma modesta, una cena trentina, tridentina, e poi una buonanotte per incontrarci di nuovo domani mattina.
Sia lodato Gesù Cristo!
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