DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DEL COMITATO ORGANIZZATORE
DEL VIAGGIO APOSTOLICO COMPIUTO A SARAJEVO
Sabato, 15 novembre 1997
Signor Cardinale,
Venerati Fratelli nell'Episcopato,
Cari Sacerdoti,
Illustri Signori,
1. Vi accolgo con grande gioia e vi porgo il mio cordiale benvenuto, in questo incontro con il quale, in certo modo, voi intendete restituirmi l'indimenticabile Visita che ho potuto compiere a Sarajevo il 12 e 13 aprile scorsi. E' ancora vivo nel mio animo il ricordo della città con le profonde ferite delle distruzioni operate dalla guerra e le sofferenze della popolazione. E allo stesso tempo, rimane in me radicata l'impressione della gente e delle autorità che hanno partecipato alla mia visita.
Saluto Lei, Signor Cardinale Vinko Puljic, che, insieme con i cari Presuli della Bosnia ed Erzegovina, ha desiderato accompagnare i Membri del Comitato organizzatore dell'incontro di Sarajevo e porgermi il cordiale augurio di tutti.
Ad ognuno desidero esprimere la mia gratitudine per i generosi sforzi profusi per la buona riuscita del mio pellegrinaggio nella vostra Patria; e prego di trasmettere il mio ringraziamento agli Eccellentissimi Membri della Presidenza della Bosnia ed Erzegovina.
Nel porgere il mio saluto a voi, intendo rinnovare alle popolazioni della Bosnia ed Erzegovina i miei sentimenti di affetto, assicurando di avere tutti presenti nelle mie preghiere e vicini al mio cuore.
2. Quella Visita, da voi così ben preparata, ha recato conforto ai cattolici, rinsaldandone la fede ed i propositi di impegno nella ricostruzione civile e morale, così necessaria dopo le rovine causate dalla guerra. È legittimo, infatti, il desiderio dei cattolici di vedere doverosamente riconosciute e considerate le loro aspirazioni civili, culturali e religiose. Ad essi vanno garantiti i diritti che godono ogni altra persona e comunità del vostro Paese, affinché, con il loro specifico apporto, possano contribuire attivamente a rendere sempre più umana e pacifica la vita nei luoghi in cui si trovano ed operano.
3. Confido che la mia Visita abbia contribuito anche a riaccendere negli abitanti dell'intera Bosnia ed Erzegovina la fiducia nel dialogo, nella giustizia, nella reciproca comprensione, nonché in una pace giusta e duratura.
In una società che è alla ricerca della pace, ogni cittadino ha il diritto e il dovere recare il proprio contributo all'ordinato perseguimento di tale nobile causa.
Quando si lavora in piena fedeltà a Dio ed all'uomo, non ci si deve scoraggiare delle difficoltà che inevitabilmente si incontrano. Anche di fronte ad eventuali intimidazioni, il credente in Dio sa di essere portatore di una cultura nuova che lotta con le armi dell'amore, perché si affermi il rispetto e la dignità dell'uomo e dei popoli. Egli è consapevole, inoltre, di dover promuovere con ogni mezzo legittimo quei valori positivi che possono creare rapporti di intesa e di collaborazione fra tutti.
4. Venerati Pastori della Bosnia ed Erzegovina, è vostro compito salvaguardare i legittimi diritti delle vostre comunità, perseverando nell'annunciare con mansuetudine il Vangelo di Cristo "in ogni occasione opportuna e non opportuna" (2 Tm 4, 2). Continuate ad operare affinché i fedeli dell'intera Chiesa in Bosnia ed Erzegovina facciano sentire a tutti, con la parola e l'esempio, la carità di Cristo, Redentore dell'uomo. Questa missione è ancora più impellente nella prospettiva del Terzo Millennio, nel quale vogliamo entrare con un cuore nuovo, riconciliati fra noi e con i nostri fratelli.
5. Alle Illustrissime Personalità del Comitato Governativo qui presenti vorrei comunicare una parola di incoraggiamento a proseguire gli sforzi per la ripresa e la ricostruzione del Paese ed il buon funzionamento delle Istituzioni comuni, con pazienza, disinteresse e spirito di collaborazione tra i tre popoli. La Santa Sede non mancherà di contribuire, come ha cercato di fare finora, nelle forme appropriate ed anche nelle istanze internazionali, a sostenere lo sviluppo civile e sociale della Bosnia ed Erzegovina.
Con tali sentimenti, invoco su tutti voi, sulle vostre famiglie e sull'intera vostra Patria la Benedizione di Dio Onnipotente.
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