PAROLE DI GIOVANNI PAOLO II
AL 31° STORMO DELL’AERONAUTICA MILITARE ITALIANO
27 settembre 1998
Carissimi Ufficiali e Sottufficiali
del trentunesimo Stormo dell’Aeronautica Militare!
1. L’incontro, che ormai da diversi anni ho con voi e con le vostre famiglie qui a Castelgandolfo, al termine del mio soggiorno estivo, mi offre l’opportunità di salutare personalmente quanti mi hanno accompagnato nei miei spostamenti lungo la penisola italiana e di ringraziarli cordialmente per l’accortezza e la precisione con cui svolgono il loro apprezzato e generoso servizio.
Se il Papa può recarsi in varie località d'Italia per realizzare la sua missione papale, se può così rivolgere la sua parola a tante donne e uomini d'ogni età e condizione sociale recando loro conforto, nel nome di Cristo: se con la sua presenza può suscitare speranze, e richiamare ad ogni persona di buona volontà quei nobili valori umani e cristiani che fanno parte del patrimonio dell'intero popolo italiano, tutto ciò è reso possibile anche mediante la vostra disponibilità e il vostro costante impegno.
Un ringraziamento particolare rivolgo al vostro Comandante per essersi fatto interprete dei comuni sentimenti e per il dono della scultura che nel bronzo fonde artisticamente l’emblema del vostro lavoro e lo stile che lo caratterizza.
2. La mia gratitudine vuole manifestarsi anche in un segno visibile: sono le onorificenze pontificie che ho la gioia di conferire quest'oggi ad alcuni di voi, quale gesto di riconoscimento per tutti i membri del 31° Stormo dell’Aeronautica Militare.
Il mio affettuoso pensiero, va poi alle vostre famiglie: a voi, mogli, figlie e figli di questi uomini chiamati a svolgere un compito non certo facile. Voi siete per loro la “casa”, il punto di radicamento spirituale e fisico, il riferimento delle scelte, lo scopo dei progetti. Con la preghiera e la calda serenità dei rapporti familiari sosteneteli nell'adempimento del loro dovere, accompagnandoli nel loro cammino professionale.
3. “I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani” (Sal 19,1). Così canta l’antico salmista; e gli fa eco il grido della folla di Gerusalemme che accoglie Gesù la Domenica delle Palme: “Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli” (Lc 19,38).
La gloria di Dio, risplende nella bellezza del firmamento, rifulge in modo sublime nell’armonia dei cieli. Essa è simbolo di quella pace che Dio vive in sé e che vuole donare all’umanità, affinché la terra sia riempita della sua gloria (cfr. Nm 14,21).
A voi, carissimi, che solcate i cieli rivolgo l'invito ad ascoltare la voce divina, silenziosa e potente, mentre vi esorto a fare del vostro lavoro quotidiano un servizio alla costruzione della pace.
Con tali sentimenti, invoco su tutti voi qui presenti la protezione della Vergine Maria, Regina dei cieli, ed imparto di cuore a ciascuno, alle vostre famiglie ed a quanti vi sono cari una speciale Benedizione Apostolica.
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